L’Unione Europea è in guerra, per il momento solo sul fronte delle sanzioni, contro la Russia. La maggior parte dei politici europei non risparmia dichiarazioni roboanti e aggressive verso il nemico. Tuttavia, un conto sono le parole, un altro sono i fatti…
Emblematico il caso del London Metal Exchange (LME), dove 10 dei 13 rappresentanti del settore del rame si sono detti favorevoli al blocco del metallo russo nei magazzini di borsa. Tuttavia, quando si è discusso della stessa questione riguardo a nichel e alluminio, il parere è stato negativo. In ultima istanza la decisione spetterà al board LME, il quale ha dichiarato che non intraprenderà azioni che vadano oltre le sanzioni del governo britannico. Di fatto, finora, la maggior parte dei metalli è rimasta indenne.
Il metallo russo sta ancora arrivando ovunque
Dietro all’unanime condanna per la guerra in corso, gli operatori economici si rendono conto che le sanzioni occidentali si scontrano contro i propri interessi commerciali. Inoltre, per metalli vitali come l’alluminio o il rame, che già scarseggiavano prima del conflitto in Ucraina, il dilemma se continuare a comprare dalla Russia è ancora più difficile.
Secondo Bloomberg, il metallo russo sta ancora arrivando nelle aziende di tutto il mondo. D’altronde, molte imprese e molti traders sono legati ai fornitori russi da contratti di acquisto preesistenti e a lungo termine. Ma crescono anche le aziende che non vogliono fare nuovi affari con la Russia, mentre qualcuno sta cercando di tirarsi fuori. Di certo, per chi produce metallo in Russia sta diventando sempre più difficile vendere la propria produzione e ciò potrebbe portare a tagli produttivi.
Esiste poi il rischio che nei magazzini LME si accumuli materiale russo in mancanza di altre destinazioni. Ciò provocherebbe pericolose distorsioni per tutto il commercio mondiale di metalli, visto che gli stock di borsa si gonfierebbero con metalli che nessuno vuole ritirare.
Cosa accadrà alle esportazioni dei metalli della Russia nel futuro?
In ogni caso, allo stato attuale delle cose, i metalli russi continuano ad arrivare in Europa. Per esempio, Norilsk Nickel e Rusal hanno sempre venduto con intese annuali o pluriennali ai grandi gruppi industriali e questi contratti sono ancora in corso. Come riporta Bloomberg, la multinazionale delle materie prime Glencore ha un accordo per acquistare alluminio da Rusal almeno fino al 2024, mentre Trafigura Group sta ritirando regolarmente metallo dalla Nornickel.
Rimane comunque una grande incertezza su cosa accadrà nei prossimi mesi alle esportazioni di metalli russi. Si tratta di una questione di non poco conto per i mercati globali, dal momento che la Russia è un fornitore chiave di palladio, nichel, alluminio, acciaio e rame. Tutti metalli che hanno raggiunto livelli record di prezzo anche se, l’unico ad essere sanzionato fino ad oggi, è l’acciaio.
Probabilmente, in Occidente vedremo sempre meno metallo russo e dovremo essere disposti a pagare le alternative a prezzi molto alti, almeno fino a quando la domanda non verrà disintegrata.
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