In Asia l’oro fisico ha smesso di brillare

Mentre le quotazioni dell’oro a livello globale stanno andando a gonfie vele, il mercato asiatico si muove in sordina, nonostante le festività più importanti dell’anno in India.

L’India è all’apice della festa di Diwali e della stagione dei matrimoni. Tuttavia, il mercato dell’oro fisico resta calmo, contrariamente a quanto succedeva durante gli anni scorsi.

La ragione? I prezzi dell’oro in India sono aumentati troppo, del 20% quest’anno, a causa di numerosi fattori interni ed esterni.

Prezzi troppo alti per chi compra oro fisico

La scorsa settimana, i prezzi spot hanno toccato il massimo di 558,45 dollari per 10 grammi. Anche il mercato dei futures ha mostrato una tendenza simile, con prezzi che hanno raggiunto un livello record di 543,44 dollari per 10 grammi.

Secondo Livemint, lo spread tra il MCX (Multi Commodity Exchange of India) e i prezzi internazionali si è ridotto da quasi 51 dollari per oncia a circa 42 dollari, cosa che dovrebbe suscitare un certo interesse all’acquisto nel mercato fisico. Ma il prezzo interno più elevato e le tasse più alte hanno continuato a smorzare la domanda di metallo fisico.

Gli esperti del mercato internazionale pensano che l’aumento del prezzo dell’oro sia stato provocato dell’aumento dei dazi all’importazione, dalla rupia indiana più debole rispetto al dollaro, dalla guerra commerciale USA-Cina e dall’imminente Brexit.

Mercato asiatico depresso

Le importazioni di oro dell’India a luglio sono diminuite del 55% rispetto a un anno fa, toccando il minimo di tre anni. Una situazione deprimente che investe la maggior parte dell’Asia.

Reuters riferisce che i prezzi elevati del metallo giallo hanno spinto i consumatori asiatici a vendere oro fisico. In Cina, il più grande consumatore di oro al mondo, i premi sono leggermente scesi nell’intervallo tra 6 e 9 dollari l’oncia (la settimana precedente erano tra 9 e 10 dollari).

In India, i rivenditori praticano sconti fino a 33 dollari all’oncia sul prezzo ufficiale pur di vendere. Inoltre, secondo l’Economic Times, la maggior parte dei rivenditori non sta effettuando ordini di acquisto, preferendo prima capire cosa succederà sul mercato.

Gli esperti ritengono che se le cose non miglioreranno tanto presto, i consumi indiani potrebbero crollare ad un minimo, come nel 2016, di 650 tonnellate.

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