Il prezzo dell’argento è precipitato di quasi il 14% nel 2018.
Nel terzo trimestre, il metallo bianco è sceso al di sotto del limite dei 16 dollari per oncia. L’11 settembre è arrivato sotto i 14 dollari, un livello che non si vedeva da due anni e mezzo.
In poche parole, i fattori che hanno schiacciato i prezzi verso il basso sono stati tre: le preoccupazioni geopolitiche, il rialzo dei tassi di interesse americani e un dollaro molto forte.
2018, un anno da dimenticare
Come l’oro, anche l’argento è stato molto volatile nel corso dello scorso anno. Inoltre, a fronte di un dollaro americano in costante rialzo, il prezzo è diminuito dall’inizio dell’anno.
Come si vede dal grafico sottostante, il prezzo ha raggiunto un picco annuale a fine gennaio, quando ha toccato 17,54 dollari, e un minimo di poco meno di 14 dollari a settembre.
Molti operatori di mercato si aspettavano che il prezzo dell’argento non sarebbe andato così male nel corso del 2018 e, qualcuno, pensava avrebbe fatto anche meglio dell’oro. Ma la pazienza di chi aveva comprato argento, nella speranza di un rialzo, è improvvisamente finita. Così, molti rivenditori di metallo fisico si sono trovati a dover comprare dai clienti molto di più di quanto vendevano.
Inoltre, il metallo bianco, come altri metalli preziosi, ha perso il suo status di bene rifugio, rimpiazzato dal dollaro americano, ritenuto l’investimento più sicuro dagli investitori di tutto il mondo.
Fattori chiave e previsioni di prezzi per il 2019
Adesso, molti investitori sono convinti che il metallo bianco abbia toccato il fondo.
Secondo FocusEconomics, ci sarà un aumento dei prezzi grazie alla domanda del settore automobilistico ed elettronico. Di contro, alcuni fattori saranno depressivi: le tensioni commerciali globali, i più alti tassi di interesse e la possibilità di una crescita più lenta del previsto in Cina.
Al contrario di quanto accaduto nel 2018, molti addetti ai lavori ritengono che il 2019 sarà l’anno in cui gli investitori torneranno ai metalli preziosi. Anche grazie ad un dollaro che dovrebbe rallentare, ad un atteso ridimensionamento dei mercati azionari e ad una politica monetaria meno aggressiva da parte della Federal Reserve americana (FED).
Nel concreto, i prezzi medi stimati per il 2019, secondo FocusEconomics, sono di 16 dollari per oncia. Il più rialzista è Julius Baer, che prevede 17,50 dollari, mentre il più ribassista è BNP Paribas, con una previsione di 14,20 dollari.
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