Cinque anni dopo l’inizio della recessione globale, il settore della lavorazione dei diamanti in India è in ginocchio.
In questi anni, centinaia di migliaia di lavoratori sono rimasti senza lavoro e sono stati numerosi i casi di suicidio.
La principale causa del drammatico fenomeno è il deprezzamento della rupia, la valuta indiana, che ha costretto circa 1.200 piccoli e medi imprenditori alla chiusura di negozi e laboratori dove le pietre preziose vengono lavorate. Infatti non sono più in grado di acquistare pietre grezze, i cui prezzi hanno toccato un massimo storico. Acquistando i diamanti grezzi in dollari, il costo è molto alto e molti imprenditori preferiscono chiudere i laboratori, in attesa che la rupia possa recuperare valore nei confronti del dollaro.
Fino ad oggi, il problema non era ancora esploso poiché gli acquisti di diamanti grezzi in magazzino, a prezzi ancora sostenibili, aveva consentito ad alcuni laboratori di continuare con la lavorazione e la commercializzazione del prodotto. Ma se la rupia non recupererà velocemente valore, il futuro di numerosi altri lavoratori è assai cupo.
Inoltre, molti imprenditori, alle prese con una grave crisi di liquidità, preferiscono non rischiare e, nonostante il prezzo dei diamanti grezzi sul mercato internazionale sia aumentato del 15% nel corso degli ultimi 5 mesi, preferiscono parcheggiare i propri diamanti all’estero nel timore di un ulteriore apprezzamento del dollaro verso la rupia a breve termine.
Surat, il principale centro dell’India per il taglio e la lavorazione dei diamanti grezzi, è la città più colpita dal drammatico momento. L’India importa circa 15 miliardi di euro di diamanti grezzi, di cui circa il 90% è destinato a Surat.
Secondo il quotidiano The Times of India, soltanto nell’ultima settimana, 25.000 persone sono rimaste senza lavoro.
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