La maggior parte dei metalli industriali, nel corso del mese di ottobre, si sono indeboliti sotto la pressione di un dollaro americano in rafforzamento.
Ma il nichel è riuscito a mantenere i prezzi stabili, un segnale che gli investitori non pensano sia il momento di vendere. Le motivazioni sono da cercare nei buoni fondamentali del metallo e nelle aspettative che ci passa essere presto un movimento verso l’alto, ancora più convincente dopo questo periodo di consolidamento (al 28 ottobre, il contratto a 3 mesi del London Metal Exchange quota 10.300 dollari a tonnellata).
Ci sono ottimi segnali che quest’anno ci potrebbe essere, finalmente, una svolta per il mercato del nichel, come molti si attendevano a seguito del deficit delle forniture su scala globale. Lo sbilancio tra domanda e offerta troverà il suo equilibrio soltanto a prezzi maggiori di quelli attuali.
Gli investitori sanno bene che l’Indonesia ha recentemente annunciato che il paese, quasi sicuramente, manterrà il divieto alle esportazioni di minerale di nichel e di bauxite. Una notizia molto attesa e tutt’altro che scontata dal momento che, solo pochi giorni fa, sul mercato si era diffuso il timore di una possibile abolizione del divieto.
Inoltre, le Filippine hanno annunciato che il divieto di aprire nuove miniere verrà prolungato, mentre verranno riesaminate tutte le autorizzazioni ambientali precedentemente concesse ai produttori di nichel. Le attese sono per la revoca di alcune autorizzazioni minerarie. Non va dimenticato che un quarto delle miniere hanno già chiuso i battenti nel paese e altre 20 sono a rischio di chiusura.
Naturalmente, lo scenario che si prospetta è di una sempre maggiore riduzione dell’offerta di nichel, una domanda in crescita e una conseguente crescita dei prezzi. Una possibilità tutt’altro che lontana e che sta inducendo i consumatori di metallo a mettere in atto strategie difensive per proteggere i propri margini nel caso il mercato dovesse improvvisamente impennarsi.