L’oro resiste ai tassi che salgono e infrange paradigmi decennali

Cosa determina il prezzo dell’oro? Per gran parte dell’ultimo decennio la risposta era semplice: il prezzo del denaro. Ma oggi…

Sul mercato globale dell’oro sta accadendo qualcosa che non si era mai visto, una specie di Rivoluzione Copernicana che sta mandando all’aria alcune certezze che esistevano da sempre.

C’erano una volta i tassi che salivano e l’oro che scendeva

Per capire di cosa si tratta basta dire che l’ultima volta che i tassi d’interesse reali erano ai livelli attuali, il prezzo dell’oro era circa alla metà del suo valore di oggi. Infatti, quando i tassi salgono, l’oro scende perché non dà alcun rendimento e, quindi, diventa meno attraente per gli investitori. Per questo motivo era considerato l’anti-dollaro: un dollaro debole (tassi bassi) significava oro forte e il contrario quando la moneta americana si rafforzava.

Ma oggi non è più così…

Mentre i tassi reali (cioè aggiustati dall’effetto inflazione) sono saliti quest’anno ai livelli più alti dalla crisi finanziaria, i lingotti d’oro non hanno fatto una piega. Come ha riportato Bloomberg, la scorsa settimana i rendimenti reali americani sono balzati ai massimi dal 2009, mentre l’oro spot è sceso di appena lo 0,5%.

L’abbuffata delle banche centrali

Ma cosa sostiene i prezzi del metallo giallo in un momento in cui qualsiasi traders o investitore esperto direbbe che è tempo di vendere? Secondo gli analisti, si tratta di una combinazione di fattori, con in testa gli acquisti da parte delle banche centrali (soprattutto la Cina) e di investitori che stanno ancora scommettendo su un rallentamento economico degli Stati Uniti.

L’acquisto di oro cinese sta determinando un cambio di paradigma nel settore dei lingotti. L’abbuffata di oro della banca centrale cinese ha consentito al metallo giallo di resistere alla stretta della politica monetaria a livello globale.

2.100 dollari nel 2024?

Tuttavia, alcuni analisti sostengono che non sono cambiate le dinamiche tra tassi d’interesse e oro, ma soltanto il rapporto dell’oro con i suoi fattori chiave e l’alticella si è semplicemente spostata su un livello più alto. Se ciò fosse vero, nel momento in cui i rendimenti o il dollaro cominciassero a scendere, i prezzi del metallo giallo potrebbero segnare nuovi record. Per esempio, Macquarie prevede che l’anno prossimo i prezzi saliranno a 2.100 dollari l’oncia mentre l’economia americana rallenterà.

Non tutti però sono così ottimisti. È indiscutibile che con i tassi reali attuali l’oro sia costoso e per questo potrebbe avere difficoltà ad attrarre investimenti anche in un contesto di rallentamento degli Stati Uniti. Esistono infatti altri assets (le obbligazioni a lungo termine per esempio) che sono un investimento sicuro, ma con rendimenti che non si vedevano da anni.

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