Oro: meglio tifare per Hillary Clinton o per Donald Trump?

Quali sono stati i presidenti degli Stati Uniti che hanno più spinto, loro malgrado, i prezzi dell’oro verso l’alto o verso il basso? E cosa attendersi dalla prossima tornata elettorale?

Nel pieno della campagna elettorale nel paese con l’economia più importante del mondo, che vede contrapposti i due candidati, Hillary Clinton e Donald Trump, viene spontaneo domandarsi quali saranno le conseguenze per il mercato dell’oro della vittoria della candidata democratica o del miliardario newyorkese.

Una domanda che potrebbe sembrare un po’ campata per aria ma che, in realtà, focalizza l’attenzione sul vertice della piramide che influenza, o meglio decide, il destino del dollaro, nonché la politica estera e militare della più grande potenza mondiale. Tutti elementi decisivi per le sorti del metallo giallo.

Proviamo a guardare cosa ci ha insegnato la storia nelle precedenti occasioni.

Dal 1973 al 1976, durante la presidenza di Richard Nixon (quello dello scandalo Watergate) con l’abbandono del gold standard e la crescita dell’inflazione, i prezzi dell’oro sono saliti del 114,27%. Davvero un ottimo periodo per il metallo giallo, ma non tanto quanto quello dal 1977 al 1980, sotto il presidente Jimmy Carter, con un dollaro debole e un’inflazione rampante, durante il quale l’oro che ha messo a segno un +392,50%. Un presidente degli Stati Uniti cosi favorevole all’oro non si e mai più visto.

Durante la presidenza di Richard Nixon i prezzi dell’oro sono saliti del 114,27%

E arriviamo all’epoca del presidente Ronald Reagan, che non ha portato alcuna fortuna all’oro ma ha migliorato decisamente le sorti dell’economia nazionale. Bilancio finale per il metallo giallo: -41.29% durante il primo mandato e +21,09% durante il secondo mandato.

Tuttavia, è interessante notare che il periodo peggiore coincide sempre con il primo anno post-elettorale di qualsiasi presidente. Cosa che si e verificata anche durante il mandato del presidente George HW Bush, quando l’oro ha perso il 21,27% complessivo nel corso del periodo.

All’arrivo di Bill Clinton alla Casa Bianca, il metallo giallo guadagna il 12,77% durante i primi quattro anni e perde il 28,04% durante il secondo mandato.

Anche durante la presidenza di George W. Bush, l’oro ha festeggiato con un +46.60% e un +113.11% nel primo e nel secondo mandato.

La storia arriva ai nostri giorni, con i due mandati di Barack Obama, durante il primo dei quali il mercato ha registrato un +91,40% e durante il secondo un -26.82%.

Quali sono le conclusioni? I cicli elettorali americani dal 1973 ad oggi hanno fatto registrare l’aumento dei prezzi dell’oro in 7 casi e in 8 casi l’anno post-elettorale e stato il peggiore in termini di performance. Per quanto riguarda la bandiera politica, i cinque mandati dei democratici sono stati di gran lunga i migliori per l’oro che ha guadagnato mediamente l’88,36%, contro il 38,75% durante le presidenze repubblicane.

Per chi si è perso in mezzo a tutti questi numeri e statistiche, basta ricordare una cosa: la scelta tra Donald Trump e Hillary Clinton potrebbe non essere così importante per il mercato dell’oro come comunemente si potrebbe credere, ma l’anno post-elettorale è di solito il più debole tra tutti quelli del ciclo elettorale di un presidente americano. Qualcosa che qualsiasi investitore farà bene a tenere in considerazione nei prossimi mesi.

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