Come accaduto anche ad altri metalli, l’oro ha visto alti e bassi durante l’anno che sta per concludersi e si appresta a chiudere l’anno ad un valore prossimo a quello con cui lo aveva iniziato (oggi, 13 dicembre, quota 1.811 dollari all’oncia).
Durante questo 2022 travagliato, il metallo giallo ha toccato un massimo oltre i 2.000 dollari a marzo e un minimo a 1.619 dollari a settembre.
Come sotto un macigno, l’oro è stato schiacciato da un dollaro fortissimo, che ha messo in secondo piano l’azione degli investitori che lo compravano come copertura contro l’inflazione. Una foto decisamente veritiera di tutto ciò è quella di settembre, quando le politiche delle banche centrali per contenere l’inflazione in tutto il mondo hanno spinto il dollaro americano al massimo di 20 anni e, contemporaneamente, i prezzi dell’oro al minimo di 18 mesi.
2022, una grande delusione per il metallo giallo
Per molti, anche per i più esperti, è stata una grossa delusione visto quello che sta accadendo nel mondo. Chi sperava che l’oro potesse rimanere sopra i 2.000 dollari ha dovuto constatare che il mondo finanziario è ancora ancorato al vecchio paradigma di utilizzare il dollaro americano come salvagente.
Insomma, con la Federal Reserve americana (FED) che ha messo in campo sei aumenti consecutivi dei tassi d’interesse (dallo 0,25-0,5% a marzo 2022 fino a 3,75-4% entro novembre), per il metallo giallo non c’è stato scampo. Tuttavia, secondo alcuni analisti, la rivincita dell’oro potrebbe avverarsi nel 2023…
Infatti, ad ottobre, negli Stati Uniti l’inflazione è scesa al 7,7 per cento, il punto più basso da gennaio, spingendo a speculare sulla possibilità che la FED allenti la presa sui tassi d’interesse. Naturalmente, se ciò fosse vero, sarebbe un importante punto di svolta per il prezzo dell’oro.
Mentre crescono le preoccupazioni per una recessione nel 2023 e nel 2024, l’obbiettivo delle banche centrali dovrebbe essere quello di un atterraggio morbido, che eviti la recessione o quanto meno che non la prolunghi. Quindi, la reazione dovrebbe essere di un abbassamento dei tassi, anche se qualcuno teme che la risposta dela FED ad un calo sostenuto dell’inflazione non sarà immediata.
Le prospettive economiche globali sono fosche
Comunque, le preoccupazioni per le sorti dell’economia globale nel 2023 rimangono elevate.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’inflazione globale registrerà un raddoppio anno su anno per il 2022. La crisi del costo della vita, l’inasprimento delle condizioni finanziarie nella maggior parte delle regioni, la guerra un Ucraina e la pandemia di COVID-19 sono come dei macigni sulle prospettive globali.
Il World Economic Outlook del FMI rileva che la crescita globale si contrarrà dal 6% nel 2021 al 3,2% nel 2022 e al 2,7% nel 2023.
Per il World Gold Council (WGC), la minaccia di una recessione e gli attuali rischi geopolitici andranno a vantaggio dell’oro, come è sempre successo storicamente in simili circostanze. Di contro, la forza del dollaro potrebbe far deragliare le aspettative più rialziste. Inoltre, se la FED riuscisse ad abbattere l’inflazione, ripristinando la fiducia di consumatori e imprese, le attività più rischiose ne trarrebbero beneficio, mentre l’oro si troverebbe in un ambiente difficile.
I prezzi dell’oro nel 2023
È sotto gli occhi di tutti che l’attuale panorama economico è decisamente precario, cosa che rende particolarmente difficile fare previsioni di prezzo.
Secondo gli analisti di FocusEconomics , il prezzo dell’oro dovrebbe rimanere nel range di quest’anno, togliendo i picchi. In altre parole, l’oro potrebbe vedere minimi a 1.470 dollari e massimi a 1.830 dollari, con un prezzo medio per l’anno che si aggira intorno ai 1.694 dollari.
Tutte le previsioni sono però condizionate dalla grande e imprevedibile incognita della guerra in Ucraina, determinante nel definire la direzione del mercato. Nessuno si azzarda a prevedere quando e come finirà, ma è certo che gli investitori in metalli preziosi non dovrebbero perdersi nessuna notizia a riguardo per capire da che parte si potrebbe girare il mercato.
Ma esistono anche alcune certezze. Durante il prossimo anno gli investitori potranno contare sui continui acquisti di oro da parte delle banche centrali di tutto il mondo che, nel 2022, hanno portato i livelli delle proprie scorte al loro punto più alto dal 1974.
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