Oro: un 2018 negativo, ma che poteva finire anche peggio

Secondo gli esperti, l’oro avrebbe potuto fare molto peggio nel 2018, viste tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare.

Dall’inizio dell’anno, il prezzo dell’oro è diminuito di quasi il 5% nonostante il 2018 sia stato un anno in cui le tensioni geopolitiche hanno dominato i mercati. Verso la fine di settembre, il metallo giallo è sceso a livelli molto bassi (1.182,40 dollari all’oncia), anche se da allora i prezzi sono risaliti.

Ma proviamo ad esaminare un po’ meglio cosa è successo nel corso di quest’anno…

Il primo trimestre: +3%

Il prezzo dell’oro ha guadagnato oltre il 3% nel primo trimestre del 2018, nonostante un febbraio instabile. L’indebolimento del dollaro USA e dell’inflazione americana hanno dato un buon sostegno al metallo.

Molti si aspettavano che la Federal Reserve americana (FED) avrebbe alzato i tassi di interesse e che l’oro ne avrebbe sofferto. In realtà, il rialzo dei tassi c’è stato, ma il metallo prezioso è aumentato, spinto anche dalle incertezze circa i titoli azionari statunitensi e circa una possibile guerra commerciale.

La maggior parte degli analisi prevedeva che l’oro, non solo avrebbe avuto un secondo trimestre rialzista, ma che sarebbe salito per la maggior parte del 2018. Invece, ecco cosa è successo…

Secondo trimestre: -6%

Ma nel secondo trimestre è cominciato il rally del dollaro e per l’oro sono stati dolori, con una discesa di oltre il 6%. A maggio è stata infranta la soglia critica dei 1.300 dollari, al di sotto della quale i prezzi sono rimasti per il resto del trimestre.

Il dollaro americano sempre forte e il secondo rialzo dei tassi da parte della FED hanno condannato il metallo giallo a scendere. Come noto, un dollaro forte rende l’oro più costoso da acquistare per chi detiene altre valute, rendendo più debole la domanda internazionale.

In questo periodo, tutti gli analisti erano d’accordo sul fatto che l’oro non sarebbe migliorato di molto nel corso del trimestre successivo.

Terzo trimestre: -5%

Questo è il trimestre che ha visto infrangere la soglia dei 1.200 dollari, con una discesa di quasi il 5%. Anche questa volta, è stato il dollaro USA a schiacciare i prezzi del metallo prezioso, visto che gli investitori hanno scelto il biglietto verde come un rifugio sicuro contro tutte le crescenti preoccupazioni geopolitiche.

Ma anche la FED ha proceduto con un altro aumento dei tassi (26 settembre). Inoltre, questo trimestre ha visto una robusta crescita economica negli Stati Uniti che ha dato una spinta alla FED per rafforzare la sua politica monetaria.

L’oro si è mosso così tra 1.174,70 e 1.257,30 dollari.

Quarto trimestre: occhi puntati sulla FED

Nell’ultimo trimestre dell’anno l’oro ha avuto alcuni spunti verso l’alto ma, a inizio dicembre, su base annua, era ancora in calo del 5%. L’economia USA che procede a gonfie vele e il rialzo dei tassi americani atteso per dicembre, non lascia molte speranze per un recupero dei prezzi del metallo giallo.

Qualche analista pensa che, vista l’aggressività con cui la FED ha rialzato i tassi di interesse nel corso del 2018, i prezzi dell’oro avrebbero potuto far molto peggio. Con tassi tanto alti le quotazioni avrebbero potuto sprofondare addirittura a 700 dollari all’oncia.

Fino ad ora, nel corso di questo trimestre, i prezzi dell’oro si sono mossi tra 1.182,40 e 1.239,10 dollari.

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