Microprocessori Intel conflict-free

La Intel ha pianificato di produrre, entro il 2013, il primo microprocessore al mondo conflict-free, cioè costruito con materiali provenienti da zone dove non ci siano guerre fomentate da interessi economici per il controllo di metalli, soprattutto metalli rari e metalli preziosi. I metalli interessati sono soprattutto tantalio, tungsteno, stagno e oro. Per raggiungere l’obbiettivo, già nel 2012 verrà posto in essere un processo di verifica per controllare che il tantalio non provenga da paesi in conflitti fomentati da interessi economici per il tantalio.

I quattro metalli citati, provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, sono considerati fonti di conflitto, con gravissime violazioni dei diritti umani e violenze che si perpetrano soprattutto nei luoghi dove vengono estratti. Inoltre i proventi delle miniere in questione, sono stati utilizzati per finanziare gruppi violenti.

“Le forze ribelli che operano nella parte orientale del Congo, sono al di fuori del controllo del governo. Essi impongono alla popolazione locale il controllo delle miniere, attraverso violenze, strupri ed estorsione di denaro”, ha spiegato Bob Leet, dirigente della Intel.

Esiste una legge negli Stati Uniti (Dodd-Franck Act) che prende in esame il problema dei minerali conflict-free e che cerca di fare pressione sulle imprese per sviluppare strategie che le assicurino gli approvvigionamenti di minerali non provenienti da paesi in guerra.

La Intel vuole dimostrare la sua responsabilità e la sua leadership nella gestione di questo problema. Per questo motivo, nel 2010, ha inviato in Congo dei propri rappresentanti per capire cosa stava succedendo. Dopo aver percorso 120.000 e dopo aver visitato 30 fonderie,  la Intel si è indirizzata ad acquistare metalli provenienti da fonderie convalidate dal programma chiamato “Conflict-Free Smelter”.

La Intel vuole evitare di tagliare tutti gli approvvigionamenti dal Congo, per non penalizzare la popolazione la cui economia è basata totalmente sui minerali e sull’agricoltura. Perciò la sospensione degli acquisti riguarderà selettivamente, soltanto le miniere e fonderie che non rientrano nel programma conflict-free.

Il problema che si pone, nel caso del tantalio, è però un altro. Se non si utilizza più il tantalio proveniente dal Congo, c’è abbastanza tantalio proveniente da zone conflict-free, da soddisfare le richieste del mercato? Attualmente, circa la metà di tutto il tantalio mondiale proviene dal Congo; se le principali aziende produttrici di elettronica seguiranno l’esempio di Intel, il mercato del tantalio si troverà con una domanda che non sarà in grado di essere soddisfatta dall’offerta.

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