Le ultime applicazioni del grafene

Attualmente, non esistono applicazioni commerciali per il grafene, ma le scoperte di nuovi impieghi avvicinano sempre di più questo momento.

Anche se è stato acclamato come il materiale delle meraviglie del 21° secolo, il grafene ha mostrato fino ad oggi un piccolo difetto: non ha nessuna applicazione commerciale.

In altre parole, anche se alcune aziende lo stanno producendo, i costi sono troppo alti per produrne in massa e alimentare applicazioni commerciali. Perciò, le straordinarie proprietà di questo materiale, impermeabile ai gas e con una conducibilità migliore del rame, rimangono confinate nei laboratori di ricerca.

Tuttavia, esiste un grande fermento tra le aziende che, avendo compreso appieno le sue potenzialità, stanno investendo risorse e denaro per arrivare a possedere un prodotto commerciale.

I superconduttori al grafene potrebbero essere impiegati per sensori magnetici straordinariamente sensibili

Per esempio, la Haydale Graphene Industries (Regno Unito) ha stipulato un accordo con la Huntsman Advanced Materials (Svizzera) per lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi prodotti al grafene. Così come la Graphene 3D Lab (Stati Uniti) che sta lavorando su materiale al grafene per la stampa in 3D.

In questo contesto, quando si sente parlare di nuove applicazioni, cresce l’entusiasmo di poter presto vedere una produzione di massa di prodotti a base di questo materiale.

Perciò, ecco una sintetica panoramica delle ultime applicazioni del materiale delle meraviglie.

GRAFENE A NANOPILASTRI

I ricercatori della Rice University (Stati Uniti) hanno scoperto che l’immissione di nano-tubi come pilastri tra due fogli di grafene, potrebbe consentire la creazione di strutture ibride con una resistenza, tenacità e duttilità straordinarie e in tutte e tre le dimensioni. Proprietà assenti nei due materiali se presi a sé stanti.

SUPERCONDUTTORI AL GRAFENE

Gli scienziati della University of British Columbia (Canada) hanno creato il primo superconduttore al grafene, rivestendo il materiale con atomi di litio. Un’impresa che, da tempo, molti ricercatori stavano tentando di portare a termine, ma senza successo. Questi semiconduttori potrebbero essere impiegati per sensori magnetici straordinariamente sensibili (SQUIDs) o per superconduttori ad interferenza quantistica.

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