La nuova rivoluzione elettronica trainata dall’afnio

L’afnio è un metallo raro, impiegato anche nelle barre di controllo dei reattori nucleari e nella produzione di alcune leghe metalliche.

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I chip dei nostri computer sono composti da una numerosa schiera di cosiddetti transistor. Con l’evoluzione tecnologica i transistor sono diventati così piccoli, da avere dimensioni di pochi nanometri (un nanometro corrisponde a circa un decimillesimo del diametro di un capello).

La Applied Materials, con sede a Santa Clara in California, ha iniziato a produrre dei nanotransistor così piccoli, da essere misurati in briciole di atomi.

Il segreto per ottenere uno dei processi di produzione tra i più rivoluzionari nel mondo dell’elettronica, si basa sulla interconnessione della linea di produzione in ambiente di vuoto totale e sull’uso dell’afnio al posto del silicio.

L’afnio è un metallo raro, impiegato anche nelle barre di controllo dei reattori nucleari e nella produzione di alcune leghe metalliche con caratteristiche molto particolari. Viene anche impiegato nei circuiti integrati di ultima generazione e nelle lampade ad incandescenza, oltre che come elettrodo negli utensili da taglio al plasma. L’ugello del motori dei moduli lunari C103 ,era composto dal 10% di afnio, oltre che dall’89% di niobio e dall’1% di titanio.

Il nuovo sistema di produzione della Applied Materials consente di ottenere transistor grandi 22 nanometri anzichè 45 nanometri, dimensione minima raggiunta dalle attuali tecnologie. Ciò significa chip più potenti e veloci, oltre a un consumo di energia più basso.

La nuova generazione di processori Intel, nome in codice “Ivy Bridge“, utilizza una struttura tridimensionale e i chip di nuova generazione a 22 nanometri. Secondo molti analisti, questo è uno dei progressi più importanti dall’invenzione dei circuiti integrati avvenuta negli anni 50.

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