La tensione tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord è aumentata a dismisura, a partire dalle dichiarazioni di agosto di Donald Trump che aveva minacciato “fuoco e furia” contro Kim Jong-un.
Di conseguenza, tutti gli investitori in oro si domandano cosa queste tensioni significheranno per il mercato del metallo giallo.
A questo riguardo e per capire qualcosa di più, cominciamo con il considerare che i conflitti nella penisola coreana sono molto vecchi. Ciò significa che il mercato è abituato alle relazioni ostili tra Stati Uniti e Nord Corea. Un po’ come succedeva durante gli anni della Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti, quando le tensioni geopolitiche tra le due superpotenze nucleari erano all’ordine del giorno, senza però sostenere il mercato dell’oro per tutto il tempo che sono durate.
In altre parole, quando gli investitori sono abituati a certi scenari geopolitici, non si fanno prendere dal panico alla prima notizia drammatica e i prezzi del metallo giallo comprendono un certo livello di relazioni ostili tra paesi abitualmente in conflitto.
Nel caso di Stati Uniti e Corea del Nord, le tensioni risalgono alla guerra coreana tra il 1950 e il 1953, quando gli americani sostenevano la Corea del Sud. Attualmente, le due Coree sono ancora ufficialmente in guerra e gli Stati Uniti continuano a mantenere in Corea del Sud più di 20.000 soldati. Di conseguenza, la Corea del Nord ha cercato per anni di sviluppare un’arma nucleare per dissuadere interventi “imperialistici” volti ad eliminare il regime dei Kim.
In pratica, le relazioni tempestose tra Donald Trump e Kim Jong-un non sono una novità e, negli anni passati, sono andate ben oltre alla guerra di parole. Come nel gennaio del 1968, quando una nave spia statunitense con un’equipaggio di 83 persone fu catturata dalla Corea del Nord, o come quando, un anno dopo, un aereo statunitense EC-121 fu abbattuto dalla Corea del Nord, provocando la morte dei 31 americani a bordo. Ma l’elenco completo è molto più lungo…
Gli analisti hanno studiato tutti gli episodi che hanno provocato forti tensioni tra i due paesi e preoccupazioni in tutto il mondo, dal 1953 ad oggi. La conclusione è che gli incidenti tra Stati Uniti e Corea del Nord non sono un propellente per la crescita dei prezzi dell’oro.
Qualche volta le tensioni nella penisola coreana hanno risollevato i prezzi dell’oro, ma l’effetto è stato solitamente temporaneo e limitato. Certamente, l’aumento di rischi geopolitici aggiunge una pressione verso l’alto alla tendenza fondamentale del metallo giallo ma, in genere, non è in grado di invertire un sentimento ribassista del mercato.
Anche Kim Jong-un non può fare nulla per fermare la discesa dell’oro…
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