India in recessione. Si ferma un motore dell’economia globale

La recente crisi economica in India, sta dissolvendo il sogno di raddoppiare il PIL nazionale e di fare uscire dalla povertà larghe fasce della popolazione.

Cinquemila miliardi di dollari entro il 2024. Questo è l’obbiettivo che il Primo Ministro Narendra Modi si è posto per l’economia dell’India (PIL). Un obbiettivo ambizioso, dal momento che il paese è a circa la metà, più o meno allo stesso livello del Regno Unito (2017).

Purtroppo, l’attuale recessione economica, la terza dopo la crisi finanziaria, sembra destinata ad annullare tale obiettivo e ad avere conseguenze anche per il futuro. C’è il rischio che gli sforzi del secondo paese più popoloso del mondo di far uscire dalla povertà ampie zone della sua popolazione, siano vani.

Secondo un recente rapporto di Stratfor, l’economia dell’India ha registrato quest’anno una crescita di appena il 6,1%. Per il governo indiano ciò si tradurrà in un calo delle entrate fiscali, che porterà ad uno sforamento del 3,3% del suo obiettivo di deficit.

Un’economia come le montagne russe

Di fatto, l’economia indiana non è in grado di sostenere una forte crescita per più di qualche anno di seguito. Questa è la terza recessione dopo quella del 2009 e del 2014. Il copione sembra sempre lo stesso: forti crescite (negli anni tra il 2005 e il 2008 del 9,5%) e improvvisa frenata.

Adesso, sia gli investimenti in percentuale sul PIL sia la crescita manifatturiera sono nuovamente scesi al di sotto di quelli che erano gli obbiettivi. Tutto ciò, nonostante la vigorosa politica del governo “Make in India“, che vuole costringere le imprese a sviluppare una catena di approvvigionamento nazionale per creare investimenti, occupazione e know-how.

L’unica parametro migliorato rispetto ai periodi precedenti è l’inflazione, calata a seguito di due raccolti eccezionali che hanno depresso i costi alimentari. Ma il rovescio della medaglia è che gli agricoltori, che costituiscono circa i due terzi della popolazione, si trovano a fare i conti con meno soldi, cosa che indebolisce la crescita del PIL nazionale.

Basta denaro alle aziende di zombie

Anche i prestiti bancari stanno soffrendo. La Reserve Bank of India ha introdotto regole più severe per le banche, in modo da far emergere i prestiti in sofferenza e contabilizzare le perdite. Esattamente il contrario di quanto erano abituate a fare le banche, che rimandavano all’infinito i crediti problematici, con l’effetto di consumare fondi preziosi e di alimentare società di zombi.

La nuova politica bancaria è di buon senso ma, a breve termine, sta riducendo la capacità delle banche di prestare denaro oltre che suscitare preoccupazioni sulla stabilità del sistema bancario.

In India, la crescita forte dell’economia non si rivedrà a breve termine e la crescita a due cifre rimarrà un ricordo del passato. Un passato in cui il paese è stato il protagonista, insieme alla Cina, di una crescita stellare oltre che un potente motore di tutta l’economia globale.

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