Dopo due anni di lavoro, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha sentenziato che le restrizioni imposte dalla Cina alle esportazioni di terre rare, tungsteno e molibdeno, non sono compatibili con gli obblighi di un paese membro dell’organizzazione.
Secondo Karel De Gucht, commissario dell’Unione Europea al commercio, “la sentenza del WTO sulle terre rare dimostra che nessun paese può accumulare materie prime a scapito degli altri suoi partner.“
La Cina non ha per nulla apprezzato la sentenza, dal momento che ha sempre sostenuto di non aver effettuato le restrizioni alle esportazioni per averne un vantaggio competitivo, ma per proteggere l’ambiente e per preservare delle preziose risorse naturali.
Molti pensano che la Cina farà appello contro la sentenza del WTO e anche secondo indiscrezioni trapelate attraverso il Financial Times, il governo cinese ritiene che la sentenza sia ingiusta.
Tuttavia non sarà necessario aspettare a lungo per vedere ciò che la Cina deciderà di fare, poiché ha soltanto 60 giorni per fare appello.
Se ciò accadesse, il tribunale degli appelli del WTO dovrebbe giungere ad una decisione entro la fine di luglio.
Non necessariamente la sentenza avrà un impatto significativo sul mercato delle terre rare. Anche secondo il Wall Street Journal la decisione non dovrebbe avere un effetto drammatico sui prezzi mondiali.
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