Le previsioni delle più importanti banche d’investimento per il 2013 sul palladio, sono abbastanza in linea quanto il mercato ha fatto fino ad ora.
Secondo Societe Generale, Barclays Capital e Deutsche Bank il prezzo del palladio arriverà ad un massimo di 851 dollari per oncia, un livello minimo di 607 dollari per oncia e un prezzo medio dell’anno di 744 dollari per oncia.
Mentre i principali metalli preziosi come oro, argento e platino sono scesi drasticamente al di sotto delle previsioni di moltissimi analisti, il palladio ha beneficiato di fondamentali più forti rispetto alla maggior parte degli altri metalli.
Certamente, il clima dell’economia mondiale non favorisce aspettative di crescita, dal momento che l’Europa è in recessione e negli Stati Uniti si sta diffondendo la paura che la Federal Reserve (FED) ridurrà il proprio appoggio all’economia. Ma per il palladio esistono alcuni fattori che fanno pensare ad un trend al rialzo per i prossimi mesi. Infatti il 90% del palladio a livello mondiale viene prodotto in Sud Africa, Zimbabwe e Russia dove negli ultimi mesi sono sorti una serie di ostacoli che influiranno pesantemente sulla produzione di quest’anno.
Le miniere di palladio redditizie sono sempre di meno e nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura progressiva di tutti quegli impianti che non riuscivano a raggiungere il pareggio di bilancio. Le miniere sudafricane sono arrivate ad avere costi altissimi per il personale che il governo non vuole venga sostituito da macchinari moderni. La chiusura di altri impianti, tra tensioni sociali e scioperi, sembra un destino ineluttabile.
In Zimbabwe, il presidente in carica, in vista delle prossime elezioni, è intenzionato a nazionalizzare tutte le risorse minerarie e di conseguenza per le società estere attive nel settore non sarà molto attraente investire nel paese.
Infine la Russia, molto più stabile politicamente rispetto a Sud Africa e Zimbabwe, ha miniere di palladio molto vecchie e con una qualità del metallo in costante declino.
Sul fronte della domanda esistono due fattori che giocheranno un ruolo fondamentale: Cina e Nord America. La pessima qualità dell’aria ha spinto il governo cinese a istituire un piano quinquennale che prevede che i produttori di veicoli impieghino una quantità di platino e di palladio 5 volte superiore a quella attuale, per ridurre l’inquinamento. In Nord America la domanda di autoveicoli è in crescita e gli standard per la riduzione dell’inquinamento prevedono l’impiego di quantità sempre maggiori di platino e di palladio.
Con una domanda in crescita e con le forniture in calo, platino e palladio potrebbero non rimanere a buon mercato ancora a lungo. I prezzi sottovalutati di questi giorni potrebbero presto essere solo un lontano ricordo.
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