L’Etna è il vulcano più alto e più attivo d’Europa e, in questo periodo, è tornato ad attirare la preoccupata attenzione di tutti.
Il vulcano, che sovrasta la città di Catania, è in crescita da circa 500.000 anni ed è nel bel mezzo di una serie di eruzioni iniziate nel 2001. Da allora, si è sbizzarrito in una vasta tipologie di eruzioni: da quelle violente a quelle con enormi fiumi di lava. Pericolosamente, oltre il 25% della popolazione siciliana vive sulle pendici dell’Etna. Inoltre, il vulcano costituisce un’importante fonte di reddito per tutta la Sicilia, grazie all’agricoltura che beneficia dei terreni vulcanici e grazie al turismo.
Ma proviamo a capire meglio come è fatto questo vulcano e, soprattutto, se abitate da quelle parti, non pensiate che sia una questione che riguarda solo i vulcanologi!
La tettonica a placche del Monte Etna
Il Monte Etna, si trova al di sopra di una zona di subduzione formatasi dove si scontrano due placche: quella eurasiatica e quella africana. Un po’ come avviene quando due auto si tamponano e quella che arriva da dietro, in frenata, si infila sotto a quella che di trova davanti.
In questa zona di subduzione, si pensa si sia prodotta una lacerazione.
Esistono un certo numero di teorie per spiegare come si è formato l’Etna e la storia delle sue eruzioni. Tuttavia, gli scienziati stanno ancora discutendo su quale sia la teoria che meglio si combina con i dati raccolti fino ad oggi, con l’obbiettivo di capire come è fatta la crosta terrestre sotto il vulcano.
Quel che è certo è che l’attuale attività dell’Etna consiste nel continuo degassamento del vertice, in eruzioni Stromboliane e in flussi di lava basaltica. Le nubi di cenere provenienti dalle esplosioni eruttive sono particolarmente pericolose per gli aerei. Infatti, la cenere può entrare nelle turbine e fonderle o rivestire le parti in movimento con uno strato che causa l’arresto del motore.
Una lunga storia di eruzioni
Le prime eruzioni documentate dell’Etna risalgono al 1500 aC, quando le eruzioni freato-magmatiche spinsero la popolazione che vivevano nella parte orientale dell’isola a migrare verso la sua estremità occidentale. Da allora, il vulcano ha sperimentato più di 200 eruzioni, anche se la maggior parte sono state abbastanza leggere.
La più potente avvenne nel 1669, quando le esplosioni distrussero parte della vetta e le colate laviche raggiunsero il mare e la città di Catania, a circa venti chilometri di distanza. Fu allora che venne effettuato un tentativo rudimentale per deviare la colata lavica che minacciava il paese di Malpasso. Ma gli abitanti di Paterno fermarono i lavori per paura che la lava deviata arrivasse nel loro paese. Questa eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 600 milioni di metri cubi.
Iddu, come i siciliani chiamano l’Etna, è considerato un vulcano buono, perché la sua attività procura danni alle cose ma non alle persone. Come ha riportato il quotidiano La Sicilia, negli ultimi 40 anni, il vulcano ha provocato 13 morti.
Secondo la Protezione Civile italiana “l’attività stromboliana non rappresenta un agente di rischio per i centri abitati“, mentre “le colate laviche non sono tali da costituire un pericolo per l’incolumità delle persone“. Possiamo stare tranquilli…
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