Cosa accadrà ai metalli preziosi in caso di default finanziario?

I segnali che arrivano dall’avvento dei tassi negativi non sono per nulla incoraggianti. L’economia mondiale sta crescendo grazie al debito, rischiando un default finanziario di colossali proporzioni.

All’inizio di aprile, la Svizzera è stata al centro dell’attenzione dei mercati finanziari internazionali, diventando il primo paese a vendere titoli di Stato a 10 anni con un rendimento negativo (“Un mondo a interessi negativi“).

Molti investitori in metalli preziosi si sono domandati che impatto potesse avere sulle prospettive dei loro investimenti, una domanda la cui risposta è tutt’altro che scontata.

Alcuni analisti credono che l’avvento di politiche non convenzionali da parte delle Banche Centrali presagiscano a qualcosa di altrettanto non convenzionale nella finanza e nell’economia. In altre parole, credono che i rendimenti negativi preannuncino solo guai.

Il Guardian ha evidenziato in un suo recente articolo come oltre il 30% di tutto il debito pubblico nella zona euro viene scambiato come conseguenza dei tassi di interesse negativi. Un totale di circa 2 miliardi di dollari di titoli che gli investitori comprano e vendono nel tentativo di trovare asset sicuri.

La domanda è in crescita in tutta l’economia mondiale ma sembra quasi interamente dipendente dalla crescita del livello del debito

In sostanza, il loro desiderio di sicurezza li porta a pagare i governi per il privilegio di prestargli dei soldi. Anche se può sembrare irrazionale, ci sono almeno due buone ragioni per farlo:

  • i rendimenti negativi significano che il mercato si aspetta un calo significativo dei prezzi, cioè una forte deflazione con rendimenti reali (rendimenti aggiustati dall’inflazione) positivi.
  • i rendimenti potrebbero diventare ancora più negativi, permettendo un potenziale di profitto per coloro che sono disposti a vendere prima della scadenza.

Una situazione, quella dei tassi di interesse negativi, che non promette nulla di buono. Nella misura in cui la domanda è in crescita in tutta l’economia mondiale, sembra però essere quasi interamente dipendente dalla crescita del livello del debito.

La bolla del credito facile doveva essere esplosa una volta per tutte,  ma così non è stato. La crisi finanziaria del 2008 non sembra aver insegnato molto. Tutto fa pensare che la bolla del mercato obbligazionario, che sostiene le bolle sui principali asset d’investimento, alla fine esploderà e i creditori subiranno pesanti perdite. Quando si verificherà il default finanziario, resta ancora da vedere.

Tuttavia, l’impatto sui metalli preziosi è abbastanza chiaro. Gli investitori tendono a rivolgersi ai metalli preziosi come un rifugio sicuro in tempi di crisi. Se lo scenario prefigurato dai tassi di interesse negativi dovesse verificarsi, si innescherà una corsa all’acquisto di metalli come oro e argento.

Sorprendentemente, il debito continua crescere e i prezzi di oro e argento restano bassi. Una contraddizione che quando diventerà evidente a tutti porterà dolorosi dispiaceri su tutti i mercati finanziari globali.

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