Come predetto dai fondamentali, i prezzi dell’uranio iniziano a correre

Dopo il crollo post-Fukushima nel 2011 e un decennio di depressione, i prezzi dell’uranio sono tornati a correre verso l’alto.

Non è certo un mercato popolare tra i piccoli e medi investitori. Tuttavia, quello dell’uranio, oltre che strategico da un punto di vista energetico, è anche un mercato che può offrire buone opportunità di investimento.

Attualmente, i prezzi spot dell’uranio si trovano su massimi pluriennali con un’offerta che sta assottigliandosi e che si pensa attirerà presto anche l’attenzione mediatica.

10 anni di depressione

Ma per chi non ha mai sentito parlare di questo mercato, facciamo un passo indietro… Dopo l’incidente di Fukushima nel 2011 i prezzi di questo metallo sono rovinosamente crollati e la depressione è continuata per quasi un decennio.

L’uranio ha aperto il 2021 intorno ai 31 dollari per libbra, ma è sceso anche sotto i 28 dollari all’inizio di marzo. Si tratta di prezzi molto bassi e decisamente al di sotto del livello necessario per incentivare nuova produzione (si ritiene che ci vogliano almeno 60 dollari, una cifra che risale a prima dell’incidente di Fukushima).

Ma, recentemente, è successo qualcosa che ha spinto i prezzi al livello più alto degli ultimi sette anni.

Un grosso fondo d’investimento a caccia di uranio fisico

La Sprott Inc. ha annunciato alla fine di aprile l’acquisizione della Uranium Participation Corporation con l’intenzione di fare un investimento significativo in uranio fisico. Sprott Inc. è un gestore patrimoniale canadese che ha creato un fondo d’investimento di circa 240 milioni di dollari per accumulare 6 milioni di libbre di uranio fisico. Considerando anche le partecipazioni acquisite, Sprott aveva in portafoglio circa 1 miliardo di dollari di metallo che corrispondono circa a 24 milioni di libbre. Questo evento ha dato fuoco alle polveri in un mercato dove l’equilibrio tra domanda e offerta si stava già rompendo. Infatti, negli ultimi 2 anni, c’è stato un enorme deficit di uranio primario.

Secondo Red Cloud Securities, ci troviamo di fronte all’inizio di un mercato rialzista per l’uranio, qualcosa che gli analisti aspettavano da anni.

D’altronde, le aspettative rialziste sono supportate da solidi fondamentali anche secondo Morgan Stanley. Come accennato, l’offerta di uranio è scarsa e non ci sono nuove miniere ne nuove esplorazioni, con il mondo che continua a muoversi verso energia più verde e carbon-neutral.

Oggi, l’uranio spot è arrivato a quasi 50 dollari. Tuttavia, considerando che manca metallo e che la domanda è destinata a crescere, anche senza ricordare i massimi del 2007 a 140 dollari, ci sono solide ragioni per essere rialzisti.

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