Come il petrolio russo continua ad arrivarci… e a prezzi più alti!

Coordinate false e trucchi vari servono per facilitare il commercio di petrolio russo durante la guerra delle sanzioni, facendo crescere i prezzi che gli europei pagano per una materia prima di cui non possono fare a meno.

Sono più forti le sanzioni o il mercato? Da ciò che è sotto agli occhi di tutti gli esperti, non ci sono molti dubbi: la dipendenza dell’Europa dalle materie prime è difficile da superare e, anche senza esplicite violazioni delle sanzioni, il petrolio russo continua ad arrivare.

Travaso in acque internazionali per mascherare la provenienza del petrolio

Lo ha dimostrato ancora una volta Bloomberg, che ha mostrato due vecchie petroliere al largo della costa meridionale della Grecia, una accanto all’altra, mentre una pompava segretamente petrolio nell’altra. Fornendo coordinate false al sistema di identificazione automatica (AIS), confondevano la provenienza dei carichi per garantire all’acquirente di nascondere i rapporti con la Russia. Si tratta di una pratica chiamata spoofing, disapprovata dalle autorità di regolamentazione ma del tutto legale nelle acque internazionali tanto che alcune aziende la offrono come servizio direttamente su internet.

Un trucco collaudato che fa parte di un sofisticato sistema per continuare a fare arrivare il carburante russo sanzionato, spesso a prezzi più alti di quelli che gli europei pagherebbero in condizioni normali.

Non è un mistero che la Russia abbia accumulato un’enorme flotta di petroliere ombra, costituita in gran parte da vecchie navi da tenere in acque internazionali (come al largo delle coste della Grecia), dove la possibilità di effettuare controlli diminuisce.

La metà del petrolio russo viene esportato con petroliere ombra

Alcune stime indicano che almeno la metà del petrolio russo viene esportato attraverso petroliere della flotta ombra.

Ricordiamo che i paesi del G7 hanno sanzionato la Russia, esentando però il petrolio e il carburante venduto al di sotto dei 60 dollari al barile (per il greggio) e dei 100 dollari al barile (per i carburanti raffinati come benzina e diesel). Tuttavia, l’impennata dei prezzi ha spinto gran parte del petrolio ben al di sopra di questi livelli, il che significa che le operazioni di trasbordo in acque internazionali avvengono a prezzi superiori e quindi in violazione, o quanto meno elusione, delle sanzioni.

Il mercato ha sempre la meglio sulla politica e spesso gli effetti non sono prevedibili

Il mercato è così preponderante sulle volontà politiche sanzionatorie che produce anche effetti difficili da prevedere e da gestire.

Come, per esempio, il rischio che stanno correndo gli ambienti marini durante i trasferimenti di petrolio e carburante in alto mare, effettuati da vecchie navi che operano in segretezza. Il passaggio di petrolio documentato da Bloomberg è avvenuto a circa quattro miglia dalle acque territoriali della Grecia e a circa 17 miglia da Gytheio, una popolare destinazione balneare. Inoltre, la costa è anche un’importante zona di nidificazione per la tartaruga marina caretta.

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