Tsunami dalla Cina sul mercato dell’alluminio primario

Il governo di Pechino ha stretto le maglie sull’inquinamento, obbligando molti impianti a fermare la produzione. E i produttori di alluminio reagiscono trasferendo la produzione altrove, ma con serie conseguenze per tutto il mercato dell’alluminio primario.

I produttori cinesi di alluminio si trasferiranno all’estero per continuare a produrre?

Per quanto possa sembrare sorprendente, è quello che sembra stia per accadere. Come nel caso di China Hongqiao Group, il più grande produttore di alluminio del mondo, che sta esaminando la possibilità di spostare all’estero tutte le attività produttive che in Cina sono diventate illegali.

Costretti a chiudere per colpa dell’inquinamento

Infatti, in vista della stagione invernale e del conseguente aumento dell’inquinamento, il governo cinese ha costretto molti produttori di alluminio a chiudere gli impianti. A fine luglio, Hongqiao ha dovuto chiudere 2,68 milioni di tonnellate di capacità fusoria annua nella provincia dello Shandong e, per questo, è alla ricerca di un paese dove poterla rimpiazzare. Un candidato probabile è l’Indonesia, dove Hongqiao ha già una raffineria di allumina da 1 milione di tonnellate.

Anche secondo Chinalco, il gigante metallurgico di proprietà statale, questo è il momento buono per le aziende cinesi per espandersi sul mercato globale. Più che una scelta, una costrizione che nasce dal fatto che sul mercato interno i vincoli per chi produce alluminio sono diventati troppo pesanti.

Un terremoto per l’alluminio primario

Le conseguenze di questa situazione potrebbero essere un terremoto sul mercato globale dell’alluminio primario. Infatti, fino ad oggi, la Cina e il resto del mondo, per quanto riguarda il mercato dell’alluminio primario, hanno operato in universi paralleli, a causa dell’impossibilità di vendere al di fuori della Cina per le proibitive tariffe per l’esportazione.

Ecco perché il settore dell’alluminio cinese ha potuto competere con il resto del mondo soltanto per quanto riguarda i prodotti semilavorati. In questo settore ha acquisito un predominio nel sud-est asiatico e una sempre maggiore importanza in Europa e negli Stati Uniti.

In un mercato globale dell’alluminio primario dove i principali produttori al di fuori della Cina sono riusciti a trovare un accordo per ridurre la produzione degli smelter, l’arrivo del primario cinese potrebbe frantumare gli equilibri faticosamente raggiunti.

L’Occidente ha fatto sempre molte pressioni sulla Cina perché riducesse le sue fonti di inquinamento. Adesso, potrebbe però venir colpito dalle schegge dell’esplosione del settore dell’alluminio cinese, frantumato in giro per il mondo.

Come diceva un certo Newton, ogni azione ha una reazione uguale e contraria

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