Per alcune commodities il vecchio anno ha portato buone performances, grazie soprattutto alle banche centrali che hanno cominciato ad allentare la politica dei tassi d’interesse. Ma chi ha fatto meglio sono i metalli preziosi, con l’oro che nel 2024 ha ripetutamente raggiunto livelli record. Al contrario, i metalli industriali che avevano iniziato l’anno su basi solide, hanno perso slancio e si ritrovano adesso con fondamentali a breve termine ribassisti.
Per quanto riguarda il petrolio, l’andamento dei prezzi è stato abbastanza anomalo, con i prezzi che si sono indeboliti nonostante l’impennata dei rischi geopolitici in Medio Oriente. Completamente all’opposto il mercato del gas naturale, che si è rafforzato mentre l’Europa è sempre più esposta a grossi rischi per le forniture.
Sul fronte delle materie prime agricole, i prezzi dei cereali sono scesi mentre quelli delle soft commodities (cacao, caffè e in una certa misura lo zucchero) hanno visto una grande volatilità a causa delle preoccupazioni meteorologiche.
E questo, in estrema sintesi, è stato il quadro sintetico del 2024 per le commodities. Ma il 2025 con quali aspettative e previsioni si apre?
Outlook 2025
Secondo ING, i mercati energetici saranno sotto pressione nel 2025, con il mercato del petrolio destinato a godere di una crescita della domanda piuttosto modesta. Inoltre, è prevista una forte crescita dell’offerta non-OPEC, mentre l’OPEC dovrà gestire una quantità significativa di capacità produttiva inutilizzata. Come risultato, l’anno prossimo, il mercato del petrolio dovrebbe trovarsi in surplus.
Per il gas naturale europeo gli analisti di ING si aspettano prezzi in ribasso, pur con l’incognita metereologica. Se ci sarà un inverno normale, l’Europa si ritroverà alla fine della stagione del riscaldamento con uno stoccaggio di gas più che sufficiente per non essere costretta a rifornirsi con affanno. Va poi considerato che l’aumento della capacità di esportazione di GNL dovrebbe consentire alla UE di riempire lo stoccaggio anche senza il gasdotto russo che attraversa l’Ucraina.
Sul mercato dei metalli preziosi, l’oro dovrebbe raggiungere nuovi massimi record nel 2025 anche grazie all’allentamento della politica monetaria da parte delle banche centrali. Inoltre, quest’ultime rimarranno forti acquirenti di metallo giallo con l’obbiettivo di diversificare le loro riserve.
Tutt’altra musica per quanto riguarda i metalli industriali, sulla cui sorte pesano le tensioni commerciali globali e il possibile cambiamento dell’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti. Naturalmente, sarà decisivo l’effetto delle recenti misure di supporto all’economia cinese e se ci sarà un coinvolgimento positivo delle materie prime.
Anche le materie prime agricole, con i cereali in prima linea, saranno influenzate negativamente dalle tensioni commerciali che, nel 2025, promettono di aggravarsi. Come di consueto per le soft commodities, il meteo rimane un rischio e una preoccupazione e ING prevede ancora volatilità per il cacao e il caffè.
Tutto ciò considerato, i segnali che arrivano dai mercati delle commodities nel loro complesso fanno pensare ad un 2025 improntato al ribasso.
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