Le più grandi economie in nero del mondo. L’Italia è 12esima

L’economia sommersa mondiale vale 12.500 miliardi di dollari e coinvolge miliardi di persone, soprattutto nei paesi emergenti, ma non solo…

L’economia in nero non è un fenomeno solo italiano, tutt’altro… Nota anche come economia sommersa, o economia informale, o shadow economy, a livello mondiale vale circa 12.500 miliardi di dollari e si estende in quasi ogni angolo del pianeta. La sua presenza è particolarmente diffusa nei paesi emergenti, dove interi settori economici sfuggono al controllo governativo e alla tassazione ufficiale.

Tuttavia, in termini assoluti, sono Cina, Stati Uniti e India a ospitare i mercati neri più grandi al mondo. In questi paesi, la gamma di attività informali va dai semplici venditori ambulanti fino a pratiche completamente illegali. Il risultato è una riduzione del gettito fiscale e condizioni di lavoro peggiori, dato che i lavoratori sono esclusi da ogni forma di tutela.

Come si misura l’economia sommersa?

Misurare l’economia sommersa è una sfida complessa. Il Global Shadow Economy Report 2025 di Ernst & Young, ha utilizzato un modello basato su oltre 70 variabili per stimare il peso dell’economia informale in 131 paesi, che rappresentano il 97,2% del PIL globale.

Una delle metodologie principali è stata l’analisi della domanda di contante, con un’attenzione particolare ai modelli di utilizzo della moneta liquida, spesso preferita in ambiti non tracciabili. L’uso intensivo di banconote di grosso taglio è infatti una spia tipica di transazioni non dichiarate.

La Cina guida l’economia informale globale, seguita da Stati Uniti e India

Con un valore stimato di 3.600 miliardi di dollari, pari al 20,3% del suo PIL, la Cina ha l’economia sommersa più grande del mondo. Dal 2004, il numero di lavoratori impiegati in questo settore è quasi raddoppiato, raggiungendo circa 200 milioni di persone. Si tratta soprattutto di occupazioni nei servizi a bassa specializzazione: autisti, tate, meccanici di strada.

Il peso dell’economia informale si riflette anche sulle entrate fiscali: l’imposta sul reddito in Cina rappresenta appena il 6% del PIL, contro una media del 24% nei paesi OCSE.

Gli Stati Uniti occupano il secondo posto con un’economia sommersa da 1.400 miliardi di dollari, pari al 5% del PIL. Qui le attività informali sono più frequenti negli stati con PIL reale più basso e una regolamentazione più rigida, che spinge le persone a lavorare al di fuori del sistema ufficiale.

L’India, terza in classifica, conta un’economia informale dal valore di 931 miliardi di dollari, ben il 26,1% del PIL. Questo dato sottolinea quanto il mercato nero sia radicato in molte economie in via di sviluppo.

Le altre grandi economie sommerse

In America Latina, il Brasile è al primo posto con 448 miliardi di dollari (20,6% del PIL), seguito da Indonesia e Messico. In Europa, la Germania è il paese con il mercato nero più esteso in termini assoluti, pari a 308 miliardi di dollari, ma con un’incidenza relativamente contenuta del 6,8% sul PIL.

L’Italia si colloca al 12° posto, con un’economia sommersa da 180 miliardi di dollari, pari al 7,8% del PIL, una percentuale comunque più bassa rispetto a molte altre nazioni in via di sviluppo.

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