La peggiore recessione degli ultimi 100 anni. Come ne usciremo?

Gli effetti della pandemia stanno travolgendo tutto, dall’economia alla finanza, dal commercio alla produzione. Il conto da pagare quest’anno, per le economie avanzate, sarà una contrazione del 7%.

La prima parte del nostro secolo sembra, per certi versi, assomigliare ai primi decenni del novecento: pandemie, crisi economiche, sconvolgimenti sociali… mancano solo guerre e carestie!

Anche le ultime previsioni della Banca Mondiale lo confermano: l’economia globale si ridurrà del 5,2% quest’anno a causa dello shock drammatico provocato dalla pandemia di COVID-19. Il quadro è desolante e la recessione che ci ha travolto sarà la peggiore degli ultimi 100 anni. Lascerà cicatrici che dureranno a lungo e ci pone di fronte a sfide impegnative che dovremo affrontare e superare.

Milioni di persone in estrema povertà

Il prezzo che dovremo pagare sarà alto. Con finanza ed economia globale stravolte, si prevede che le economie avanzate perderanno il 7 percento, mentre i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo si contrarranno del 2,5 percento. Le conseguenze certe sono che milioni di persone si troveranno in condizioni di estrema povertà.

Per la Banca Mondiale, adesso, le massime priorità sono quelle di affrontare il problema della salute globale e l’emergenza economica. Con 8 milioni di casi confermati a livello globale e oltre 430.000 decessi (al 15 giugno), tutti gli effetti a lungo termine della pandemia di COVID-19 sono difficili da misurare e prevedere.

Se si riuscirà a contenere la pandemia e non ci saranno altri lockdown, nel 2021 dovrebbe esserci un recupero del 4,2% per l’economia mondiale. Ma cosa potrebbe succedere se l’epidemia di coronavirus dovesse protrarsi e i blocchi delle attività produttive e commerciali si ripetessero?

Il 90% delle economie è in recessione

Allo stato attuale delle cose più del 90% delle economie mondiali è precipitato nella recessione che gli esperti ritengono sarà profonda, con un peso significativo sugli anni a venire.

Nel settore delle materie prime si sono verificati crolli che non hanno precedenti storici. Dai mercati petroliferi a quelli dell’acciaio e dei metalli industriali, nessuno è stato risparmiato.

La domanda di metalli, oro escluso, è crollata e le previsioni indicano prezzi mediamente in diminuzione del 16% nel corso di quest’anno. Si spera che nel 2021 seguirà un modesto aumento, grazie alla ripresa della domanda cinese che rappresenta circa il 50% del consumo di metalli di base.

Adesso, dovrebbero essere i governi ad attuare riforme che possano risollevare le prospettive di crescita nel lungo termine. Per la nostra società, volente o nolente, è arrivato il momento di cambiare!

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