Le terre rare non sono elementi così rari come il loro nome potrebbe far pensare, ma i prezzi di mercato di questi metalli sono qualcosa di molto complicato.
Le terre rare sono 17 e ciascuna di esse viene classificata in gruppi diversi a seconda della tipologia e della forma in cui si presenta. Naturalmente, cambiano anche i prezzi.
58 prezzi diversi
Argus Rare Earths, una società di informazione specializzata nel settore delle terre rare, tiene traccia di ben 58 prezzi diversi, raccolti ogni due settimane. Cosa scoraggiante per chiunque voglia capire come muoversi in quella che sembra una jungla selvaggia di prezzi.
Tuttavia, con un po’ di pazienza, è possibile fare chiarezza introducendo alcuni principi fondamentali che governano il mercato delle terre rare e i suoi prezzi.
Innanzitutto, è importante sapere che il driver principale del mercato è la Cina. Il gigante asiatico è il più grande produttore del mondo, producendo oltre il 90% di tutte le terre rare. Grazie a questo monopolio, nel 2010 e nel 2011, quando la Cina ridusse le esportazioni, i prezzi schizzarono verso l’alto.
Conseguentemente, i più grandi consumatori di terre rare hanno cominciato a cercare forniture affidabili al di fuori della Cina. Impresa tutt’altro che facile, soprattutto quando i prezzi hanno cominciato a scendere in modo significativo.
Nel 2014, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha condannato le restrizioni cinesi alle esportazione di terre rare e la Cina ha deciso di rimuoverle a partire dal gennaio di quest’anno. Inoltre, da maggio, il paese ha eliminato anche i dazi alle esportazioni, condannando i prezzi di questi metalli ad un’ulteriore discesa.
Anche se qualcuno ha ventilato la possibilità che il monopolio cinese si possa indebolire in un prossimo futuro, la Cina è ancora il dominus incontrastato del mercato.
Il Fanya Metal Exchange
Per quanto riguarda i prezzi, a differenza di oro o argento, non è per nulla facile trovarli poichè non esiste alcun mercato ufficiale, ad eccezione del Fanya Metal Exchange, recentemente collassato (“Il crollo del Fanya Metals Exchange“). Le uniche fonti disponibili sono a pagamento, come per esempio quella della Argus Rare Earths.
Ma le terre rare, come dicevamo in precedenza, non sono tutte uguali.
Innanzitutto si dividono tra terre rare leggere e pesanti e, in linea di massima, queste ultime sono le più richieste. Non per questo, tra le terre rare leggere, si può dire che ci siano metalli poco importanti come nel caso del neodimio e del praseodimio, indispensabili per la fabbricazione dei magneti insieme al disprosio. Il disprosio è assai costoso dal momento che, in forma metallica, vale attualmente 270 dollari al chilogrammo, mentre l’ossido di disprosio vale 210 dollari al chilogrammo.
Invece, il prezzo del cerio metallico è di circa 5,40 dollari al chilogrammo. Il cerio è la più abbondante delle terre rare, persino più abbondante del rame.
Sia il cerio che il lantanio, impiegati entrambi nella produzione di acciaio, sono attualmente in eccesso di offerta. Così come l’ittrio che è abbastanza a buon mercato (4,40 dollari al chilogrammo), al contrario di europio e terbio maledettamente rari e costosi. Il terbio metallico vale 520 dollari al chilogrammo e l’ossido di terbio 380 dollari. L’europio metallico 345 dollari e l’ossido di europio 110 dollari al chilogrammo.
Meglio non fare di tutta l’erba un fascio
Una tale varietà comporta la necessità di separare fisicamente tra loro i 17 elementi delle terre rare. Si tratta di operazione per nulla facile, complicata anche dalla presenza di una serie di altre impurità come l’uranio e il torio, difficili da smaltire.
Anche se è in uso l’abitudine di utilizzare una media dei prezzi delle terre rare per avere un’idea dell’andamento generale, è impossibile comprendere il trend se non separando i differenti metalli, che seguono una logica della domanda e dell’offerta spesso molto diversa tra di loro.
Proprio come hanno fatto molti mass-media durante gli anni delle impennate clamorose dei prezzi, non comprendendo le differenze tra un elemento delle terre rare e l’altro. Un modo certo per prendere cantonate gigantesche nel formulare previsioni sull’andamento dei prezzi delle terre rare come se fossero un solo metallo.
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