La Groenlandia si estende per superficie grande quanto la metà di tutta l’Europa e ha potenzialmente terre rare in grado di soddisfare il 25% della domanda mondiale per i prossimi 50 anni.
La Groenlandia ha sofferto una crisi economica a causa della chiusura delle ultime miniere di zinco e di piombo negli anni ’90. Ma, dal 1993, l’economia è migliorata e grazie ad una rigida politica fiscale, ha raggiunto un surplus nel budget pubblico e una bassa inflazione. Circa metà del reddito del governo della Groenlandia viene dai sussidi provenienti dalla Danimarca.
Enormi giacimenti di petrolio e minerali
La Groenlandia è ricca di giacimenti minerari e petroliferi, che al momento non sono ancora sfruttati.
Dal 2009, la classe politica del paese ha mostrato una forte volontà di promuovere nuovi progetti sia per l’estrazione che per la produzione mineraria. La potenzialità delle miniere della Groenlandia ha spinto l’Unione Europea a stipulare un accordo con il paese per appoggiarlo nello sfruttamento dei giacimenti minerari, compresi quelli di terre rare, di oro, di ferro, di petrolio e di gas.
Le terre rare del paese fanno gola alle multinazionali
Per quanto riguarda le terre rare, secondo stime su campioni estratti alla fine degli anni ’90, ma fino ad oggi dimenticati, nei depositi della Groenlandia sono presenti ittrio, neodimio, praseodimio ed europio.
L’estrazione mineraria in questo paese non è priva di difficoltà. Infatti, solo il 15% del paese è privo di ghiaccio, mentre la parte restante è permanentemente congelata sotto la calotta polare, con uno spessore di circa 3 chilometri. Inoltre, esistono preoccupazioni sul fatto che attività di estrazione possano danneggiare un ambiente fino ad oggi incontaminato.
Secondo Greenpeace, alcuni dei giacimenti di terre rare presenti in Groenlandia sono probabilmente in depositi contenenti anche uranio. Ciò potrebbe portare alla dispersione di polvere di uranio nell’ambiente.
Inoltre, le istituzioni groenlandesi non sono pronte, sia come competenze che come esperienza, per garantire la sicurezza ambientale delle miniere. Tuttavia, siamo proprio alla vigilia di una grande invasione da parte di molte aziende multinazionali.
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