Periodicamente, il problema delle terre rare torna all’attenzione dell’opinione pubblica. Tuttavia, nonostante le preoccupazioni espresse dalle industrie occidentali e le promesse dei politici, poco o quasi nulla è stato fatto per correre ai ripari.
Mentre tutto il mondo, e soprattutto l’Europa, vuole spingersi verso l’energia verde, la dipendenza dalle terre rare non fa che aumentare. Di conseguenza, l’avere come un’unica fonte di approvvigionamento la Cina è una vulnerabilità assai pericolosa.
Il grosso rischio di dipendere da un solo fornitore
Tanto più in questi frangenti, con il governo cinese che si altalena tra aperture e chiusura della sua economia a causa delle politiche anti-Covid, non disporre di altre fonti di approvvigionamento è un grosso rischio, per non parlare della possibilità di improvvisi aumenti dei prezzi.
La Cina detiene le maggiori quantità di riserve di terre rare del mondo, quasi il doppio dell’altro paese che insidia questo primato (il Vietnam). A seguire ci sono Brasile e Russia, con riserve significative, ma assai inferiori a quelle cinesi.
In questo contesto difficile alcuni paesi occidentali hanno deciso di bloccare gli investimenti in terre rare della Cina. Il Canada, per esempio, ha dato lo stop ad alcune sue società minerarie di terre rare. Nel frattempo, la Germania ha chiesto politiche più risolute nei confronti della Cina, ricordando le violazioni dei diritti dei lavoratori nel settore dei magneti a base di terre rare.
Non sarà l’India a togliere le castagne dal fuoco per l’Occidente
È vero che l’Occidente sta cercando fonti alternative a quelle cinesi, ma il processo è troppo lento e rischia di non arrivare mai a spezzare la dipendenza cinese da questi preziosi e indispensabili elementi.
Anche se qualcuno spera di poter contare sull’India come potenziale fonte alternativa di terre rare, non esiste alcuna possibilità che ciò avvenga, dal momento che il paese è un consumatore di questi elementi. Attualmente li acquista dalla Cina ma in futuro, probabilmente, riuscirà ad estrarli sul suo territorio per dare un vantaggio competitivo alla propria industria.
In ultima analisi, la situazione della catena di approvvigionamento globale di terre rare è pericolosamente sull’orlo del caos e sono più che fondati i timori che presto o tardi tutti gli effetti deleteri di una dipendenza dalla Cina che dura da troppi decenni arriveranno a sconvolgere anche gli ignari consumatori occidentali.
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