Settimana dopo settimana, l’aggettivo che sta prendendo sempre più piede nei discorsi degli operatori del settore e nelle analisi degli esperti di mercato è “imprevedibile“. Ma quando è una multinazionale come Norsk Hydro che descrive come imprevedibili le prospettive per il 2023, non è certo una buona notizia, ne per gli imprenditori e nemmeno per gli investitori.
Il panorama del 2023 è imprevedibile
Hilde Merete Aasheim, CEO di Hydro, ha dichiarato questa settimana che il panorama per quest’anno è imprevedibile, anche se con una prospettiva più positiva in termini di pressione inflazionistica e di sviluppo macroeconomico rispetto a pochi mesi fa. Nella stessa occasione, il CEO ha evidenziato un calo maggiore del previsto dell’utile aziendale per il quarto trimestre 2022.
Come riporta anche Reuters, l’utile rettificato prima degli oneri finanziari e delle imposte (EBITDA) è sceso a 7,18 miliardi di corone norvegesi (704 milioni di dollari) tra ottobre e dicembre dai 9,01 miliardi (882 milioni di dollari) dell’anno precedente. Di conseguenza, gli analisti sono rimasti delusi visto che si aspettavano un utile di almeno 7,37 miliardi (723 milioni di dollari).
Inoltre, Hydro prevede di pagare un dividendo di 5,65 corone per il 2022, inferiore alle 7,50 corone previste dagli analisti e in calo rispetto alle 6,85 corone pagate per il 2021.
Un anno problematico anche per il colosso norvegese dell’alluminio
La società ha detto anche che prevede di riacquistare azioni proprie per un valore di 2 miliardi di corone (196 milioni di dollari).
Il mercato dell’alluminio dello scorso anno è stato assai problematico anche per un gigante come Norsk Hydro, travolto dall’eccessiva volatilità dei prezzi. Nel 2022 i prezzi del metallo hanno toccato livelli record superiori a 4.000 dollari per tonnellata al London Metal Exchange (LME), mentre attualmente sono a 2.382 dollari (LME cash, 13 febbraio).
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