La borsa metalli di Londra (LME) rischia di rimanere senza metallo?

I magazzini del London Metal Exchange rimarranno a secco di metallo? L’ipotesi non è per nulla inverosimile visto quello che sta accadendo.

Che i livelli delle scorte di metallo al London Metal Exchange (LME) continuino a scendere è sotto agli occhi di tutti. Così come il fatto che la borsa di Londra sia sotto pressione come mercato di ultima istanza, come non era mai successo nei suoi oltre cento anni di storia.

Una volta, i livelli delle scorte di borsa spingevano direttamente i prezzi dei metalli verso l’alto (se le scorte scendevano) o verso il basso (se le scorte salivano). Ma questa correlazione, con il passare del tempo, sembra essersi indebolita o, addirittura, annullata.

Scorte ai minimi per molti metalli

Oggi, nonostante le scorte ai minimi per molti metalli, i prezzi sono decisamente al di sotto dei picchi toccati durante il terzo trimestre di quest’anno. Che non sia perché i magazzini di borsa sono arrivati a livelli così bassi da aver perso ogni significato per il mercato?

In ogni caso, il motivo per cui gli inventari LME sono così bassi è una questione che interessa molto a tutti gli operatori del settore. Reuters, in un suo recente articolo, ha cercato di capire qualcosa a riguardo.

Sappiamo che i picchi della domanda globale tendono a creare grossi problemi alle catene di approvvigionamento. Nel caso dei metalli, la causa scatenante è sempre stata la Cina. Tuttavia, questa volta, la domanda è cresciuta molto anche altrove, mettendo a dura prova la fornitura di metalli di base.

Con qualche milione di dollari si può far saltare il banco

All’LME, secondo Reuters, le scorte sono diminuite di quasi 600.000 tonnellate da inizio dell’anno e le quantità a magazzino di tutti i metalli si attestano attualmente a 1.469 milioni di tonnellate, il valore più basso dal 2008. Ma anche le cosiddette scorte ombra (metalli in magazzini adiacenti, con l’opzione di consegna all’LME) sono crollate del 64% nei primi nove mesi del 2021.

In termini di volume il metallo più rilevante è l’alluminio, che ha visto le scorte diminuire di 1,13 milioni di tonnellate tra gennaio e settembre. Tuttavia, non c’è soltanto l’alluminio ad aver accusato una forte emorragia. Le scorte di stagno sono scese del 60% da inizio anno e sono vicine al minimo pluriennale (48.175 tonnellate lo scorso mese) con soltanto 12.325 tonnellate in Europa.

Quando torneremo alla normalità?

In una situazione del genere il pericolo è che qualcuno sia tentato di manipolare il mercato acquistando le poche scorte disponibili. Si dice che basterebbero 26 milioni di dollari per comprare tutte le scorte di stagno. Sarà compito degli organismi di borsa vigilare perché ciò non avvenga, ma i timori di forzature e speculazioni crescono di giorno in giorno.

Secondo Reuters, l’unica possibilità di ritornare alla normalità e di rasserenare gli animi del mercato è che la logistica globale esca dall’emergenza in cui si trova, consentendo ai metalli di muoversi facilmente ed economicamente da un’area del mondo all’altra. Una cosa che prima o poi succederà, ma che per i prossimi mesi non sembra proprio sia in procinto di accadere.

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