Quest’anno si chiude con gli annunci di tagli alla produzione o lavori di manutenzione di alcuni grandi produttori asiatici di acciaio inossidabile. È prevedibile che, a inizio anno, quando centri di servizio, commercianti e distributori avranno urgente bisogno di procurarsi materiale, la carenza determinata da questi tagli si aggraverà.
Sul mercato europeo, nonostante la scarsa domanda attuale per i prodotti piani di inox, vi sono già alcune indicazioni di possibili carenze di acciaio inossidabile a partire da gennaio 2023. Di conseguenza, si prevede che le maggiorazioni per le leghe di inox aumenteranno a partire dal prossimo mese, mentre i prezzi del nichel, dei rottami e di alcune ferroleghe (quelle al molibdeno per esempio) hanno registrato aumentati significativi.
Nuove sanzioni contro l’industria mineraria e metallurgica della Russia
Inoltre, i mesi invernali che abbiamo davanti potrebbero far aumentare ancora una volta i costi energetici per i produttori. A complicare ulteriormente l’offerta di metallo ci si sta mettendo anche l’Unione Europea (UE), che sta lavorando ad un ulteriore pacchetto di sanzioni contro la Russia che riguarderà specificamente l’industria mineraria e metallurgica.
Negli Stati Uniti la musica non è molto diversa. Dopo il calo delle importazioni di acciaio inox a novembre e le minori importazioni a dicembre, tutto lascia pensare che l’inizio del nuovo anno vedrà scarsa disponibilità di metallo. Essendo in periodo di fine anno, molte aziende statunitensi stanno riducendo gli stock per evitare tasse sulle scorte. Un comportamento che anche i passato aveva provocato carenze di metallo nei mesi successivi.
Una tempesta perfetta sull’acciaio inox?
Va poi considerato che le scorte globali di nichel sono a livelli straordinariamente bassi. A fronte di una ripresa dei consumi mondiali (anche se con fondamentali ancora incerti) ci potrebbero essere ancora forti turbolenze sul mercato.
Secondo analisti ed esperti di mercato, tutti questi fattori si stanno sommando e potrebbero portare non solo ad un aumento dei prezzi, ma anche a mancanza di disponibilità di acciaio inossidabile.
Come accennato, le aree più esposte sono proprio l’Europa e gli Stati Uniti.
METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED