Voci di corridoio confermano che il Green Deal ha i giorni contati

Un documento trapelato dalla Commissione UE suggerisce che il Green Deal nella sua forma attuale sia giunto al termine e che la competitività delle aziende europee sia al centro dell’attenzione politica.

La prossima settimana la Commissione Europea presenterà ufficialmente il suo programma per i prossimi cinque anni. Secondo una bozza riservata in possesso della testata WELT, il nuovo piano segna una svolta senza precedenti nella politica comunitaria: invece di concentrarsi sulle questioni climatiche, l’attenzione sarà finalmente rivolta ad alleviare il peso sulle imprese e a rilanciare la competitività economica.

Contrordine compagni! Meno regole e meno ambiente

Ursula von der Leyen presenterà oggi il primo tassello della sua nuova strategia: il “Competitiveness Compass“, un documento programmatico che getterà le basi per una revisione del Green Deal all’insegna della “semplificazione” e della deregolamentazione, per favorire le imprese europee. A seguire, il 26 febbraio, verranno annunciati il “Clean Industrial Deal“, volto a promuovere un’industria sostenibile, e il cosiddetto pacchetto omnibus, che conterrà una serie di misure per ridurre la burocrazia e rendere più agevole il rispetto delle normative ambientali.

Tra le misure più discusse della nuova agenda figurano la semplificazione della rendicontazione finanziaria sostenibile e una revisione della “due diligence“, il processo di valutazione dei rischi prima di intraprendere attività economiche. Questa deregolamentazione potrebbe allentare i vincoli che finora hanno imposto un rigoroso controllo sugli impegni ambientali delle aziende, con il rischio di un arretramento delle politiche di sostenibilità in favore di una crescita più veloce.

Vignetta pubblicata su «Candido» il 15 febbraio 1947

Un voltafaccia che entrerà nella storia della UE

Per quanto tardivo, il voltafaccia della von der Leyen sembra risoluto. Tra le iniziative future, si discute dell’istituzione di un fondo speciale per la competitività, che potrebbe essere incluso nel prossimo bilancio pluriennale (MFF 2028-2034). Inoltre, si prevede la creazione di corsie preferenziali per i progetti nel settore del clean-tech, che potranno accedere più rapidamente a finanziamenti e appalti pubblici.

Paesi come la Francia chiedono di rivedere drasticamente l’agenda di sostenibilità, mentre tre quarti degli stati membri sollecitano una semplificazione delle normative. In questo contesto, il rischio di un quinquennio segnato da scontri istituzionali è concreto.

In ogni caso, la bozza trapelata della Commissione suggerisce che il Green Deal, così come concepito finora, potrebbe essere destinato a diventare “storia”.

Troppo tardi? Chi pagherà i danni del Green Deal?

Un capitolo importante riguarda le PMI, che dovrebbero beneficiare di una riduzione del 35% degli obblighi di rendicontazione. Inoltre, la Commissione intende introdurre una nuova categoria di imprese, le “small mid-cap“, che insieme alle PMI godranno di semplificazioni normative su misura. Anche il controllo della concorrenza nelle valutazioni d’impatto della Commissione sarà riformato per tenere maggiormente conto delle esigenze delle piccole e medie imprese. Tuttavia, alcune associazioni di categoria chiedono un taglio della burocrazia ancora più drastico, fissando come obiettivo una riduzione del 50%.

La nuova agenda della Commissione segna una netta inversione di marcia rispetto agli ultimi cinque anni. Se da un lato l’obiettivo è rilanciare la competitività e garantire una crescita economica sostenibile, dall’altro il rischio è che l’allentamento delle normative ambientali comprometta gli impegni dell’UE nella lotta al cambiamento climatico. La sfida sarà trovare un equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità, in un contesto politico e istituzionale sempre più complesso.

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