Il mercato globale dei rottami ha mostrato un andamento contrastante durante il mese di ottobre. Nella maggior parte dei paesi del mondo i prezzi solo calati a causa di una domanda molto debole e da scorte troppo elevate. Italia e Cina si sono mosse però in controtendenza e i prezzi sono leggermente aumentati a fronte di un’offerta limitata.
In Europa il mercato tedesco ha trascinato la discesa a causa della bassa domanda e delle esportazioni in contrazione, tanto che i prezzi del rottame da demolizione sono diminuiti dell’1,6% (310-315 euro per tonnellata, EXW). La domanda è rimasta debole a causa del calo della produzione di acciaio, a sua volta penalizzato dalla crisi dell’industria automobilistica.
Mercato italiano in controtendenza
In Italia, invece, i prezzi del lamierino sono aumentati del 2,9% (320-360 euro per tonnellata, EXW) grazie alla scarsa disponibilità di materiale. I problemi di offerta hanno costretto alcuni produttori ad aumentare i prezzi di acquisto, soprattutto i rottami di qualità maggiore.
Nel frattempo, diverse acciaierie stanno pianificando chiusure di produzione per novembre, cosa che avrà come effetto una riduzione della domanda di rottame nel breve termine. Quest’ultimo fenomeno investirà con ogni probabilità anche altri paesi europei.
In discesa il mercato turco e americano, in salita quello cinese
In Turchia il rottame HMS 1&2 80:20 è diminuito dell’1,1% nello scorso mese (a settembre era aumentato della stessa percentuale). I prezzi hanno oscillato tra 364 dollari e 390 dollari per tonnellata (CFR), mossi dai fattori economici globali e delle dinamiche della domanda interna. Mentre gli operatori di mercato speravano in una ripresa del mercato siderurgico cinese dopo lo stimolo economico annunciato a fine settembre, si è presto scoperto che la Cina non è riusciva a soddisfare le aspettative. Anche il tondo per cemento armato sotto pressione in Turchia ha contribuito alla debolezza dei prezzi dei rottami.
Al contrario, il mercato si è mosso al rialzo in Cina. I prezzi sono aumentati del 2,1% ad ottobre spinti dalla ripresa delle attività nel mercato immobiliare dopo le vacanze estive e dall’aumento della domanda interna. Nel breve termine, si prevede che i prezzi si stabilizzeranno, ma le dinamiche future dipenderanno in larga misura dalle politiche di stimolo governative.
Infine, per avere un quadro globale del mercato, non potevano mancare gli Stati Uniti dove le quotazioni del rottame sono scese dell’1,5% a causa della bassa domanda e dell’aumento delle scorte.
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