I piani a medio termine della Cina spingeranno in alto i prezzi dell’alluminio

Il nuovo piano quinquennale cinese avrà significativi impatti sull’economia del paese e del mondo intero. Anche alluminio e acciaio ne sono interessati.

Ogni anno che passa, l’attenzione di chi si occupa professionalmente di metalli è sempre più concentrata sulla Cina, ormai diventata la Wall Street di gran parte delle commodity.

Ma quest’anno c’è una ragione in più per non staccare gli occhi dal gigante asiatico. Infatti, quest’anno si entra nel 14° Piano quinquennale per lo sviluppo economico del paese (2021-2025), redatto solo pochi mesi fa.

Dentro il 14° Piano quinquennale

Come noto, la Cina vanta due grandi settori in cui è leader indiscussa: quello dell’alluminio e quello dell’acciaio. Due comparti tanto importanti quanto problematici per l’enorme inquinamento che generano. In particolare, data la prevalenza del carbone come fonte energetica, Pechino non ha molto tempo per risolvere questo problema se non vuole arrivare a condizioni ambientali inaccettabili per la popolazione.

La volontà del governo è di sostenere “lo sviluppo verde e facilitare la coesistenza armoniosa tra uomo e natura“. Qualcuno è scettico circa questo piano quinquennale per quanto riguarda il clima, ma è innegabile che sia comunque un passo nella giusta direzione.

Secondo MetalMiner, le conseguenze per l’acciaio delle nuove strategie cinesi in materia di inquinamento, potrebbero significare un peggioramento dell’offerta e un potenziale aumento dei prezzi nel medio termine. Lo stesso vale per l’alluminio.

Inasprimento dell’offerta di acciaio e alluminio

Naturalmente, gli obiettivi ambientali del parte nuovo piano quinquennale non sono scolpiti nella pietra ma si evolveranno nei prossimi anni. Anche se non avranno impatti a breve termine, sono un’indicazione piuttosto chiara circa l’inasprimento dell’offerta di acciaio e alluminio. Proprio quello che ha recentemente sostenuto i prezzi del rame, del nichel e, in parte, anche quelli dell’alluminio.

In altri termini, il 14° Piano quinquennale cinese è decisamente un fattore rialzista nel breve e nel medio termine.

Infine, qualche prezzo dell’alluminio riferito a marzo dal paese del Dragone. I prezzi dei rottami sono leggermente scesi (-0,6% mese su mese) e hanno raggiunto 2.054 dollari per tonnellata. I pani di primario sono cresciuti dell’11,3% toccando 2.366 dollari per tonnellata. Le billette sono scese dello 0,7% a 2.373 dollari per tonnellata.

Nel frattempo, l’alluminio a tre mesi del London Metal Exchange (LME) è aumentato del 10,8% a 2.203 dollari per tonnellata.

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