I metalli industriali stanno proprio attraversando un brutto momento.
Il minerale di ferro cinese, in questi giorni, ha toccato un minimo da quattro mesi e mezzo, il prezzo dello zinco è sceso per la quarta sessione consecutiva e le richieste di esenzione dai dazi statunitensi sono state concesse per un gran numero di metalli provenienti dalla Cina.
Secondo un articolo del New York Times, l’amministrazione Trump ha concesso oltre 3.000 esenzioni tariffarie che potrebbero esentare dai dazi i metalli cinesi. Le numerose esenzioni hanno riguardato anche Canada e Giappone.
Ferro in caduta libera
Come accennato, secondo Hellenic Shipping News, i prezzi del minerale di ferro cinese sono scesi a un minimo di 4 mesi e mezzo.
Quest’anno, le tensioni commerciali hanno pesato sull’economia cinese, con i prezzi dell’acciaio in calo, ma con la produzione siderurgica cinese che non ha rallentato. Secondo la World Steel Association, la produzione di acciaio grezzo della Cina, in ottobre, è cresciuta del 9,7% anno su anno.
Il presidente americano Donald Trump e quello cinese Xi Jinping dovrebbero partecipare al summit del G20 di questa settimana a Buenos Aires, dove si pensa che parleranno di commercio internazionale. In gioco ci sono anche i dazi statunitensi da 200 miliardi di dollari che, dall’inizio del nuovo anno, passeranno dal 10% al 25%. A meno che non maturi un accordo tra i due presidenti.
Anche zinco e alluminio nella bufera
Ma non è solo il ferro ad essere nei guai. Anche lo zinco sta attraversando momenti difficili. Le quotazioni al London Metal Exchange (LME) sono scese ripetutamente e, oggi (29 novembre), il contratto a 3 mesi, si trova a 2.428 dollari a tonnellata.
Lo scivolamento del prezzo del petrolio, che ha perso circa un quarto del suo valore da inizio di ottobre, è uno dei più importanti fattori che deprimono l’alluminio. Infatti, i costi energetici in generale sono considerati ribassisti o rialzisti per il metallo leggero, a seconda che crescano o che scendano. Di fatto, la caduta dei prezzi dell’alluminio a partire dall’estate, si spiega proprio con la debolezza dei prezzi del petrolio, oltre che con la forza del dollaro.
Per il momento, tutto lascia intendere che, nel breve termine, i prezzi dei metalli rimarranno deboli.
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