Eni ha presentato il suo ultimo gioiello tecnologico: il supercomputer di nuova generazione High-Performance Computing 6 (HPC6).
Con un investimento di 100 milioni di euro, HPC6, situato nel Green Data Center dell’azienda a Ferrera Erbognone (PV), si posiziona come il quinto supercomputer più potente al mondo, capace di raggiungere prestazioni di picco pari a 606 petaflop. Questa straordinaria potenza è resa possibile da quasi 14.000 unità di elaborazione grafica (GPU), che alimentano calcoli sofisticati e funzioni avanzate di intelligenza artificiale.
Supercomputing: il motore dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione
Secondo Claudio Descalzi, CEO di Eni, l’adozione di HPC6 rappresenta un passo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’azienda. “I progressi tecnologici ci permettono di utilizzare l’energia in modo più efficiente, riducendo le emissioni e promuovendo lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche“, ha dichiarato Descalzi.
I supercomputer, come HPC6, rappresentano una forma avanzata di elaborazione ad alte prestazioni, capaci di risolvere problemi complessi in tempi drasticamente ridotti rispetto ai computer tradizionali. Misurati in operazioni in virgola mobile al secondo (FLOPS), i supercomputer utilizzano migliaia di nodi di calcolo per lavorare simultaneamente su un’unica questione. Un singolo petaflop equivale a un milione di miliardi di calcoli al secondo, offrendo una capacità di elaborazione che supera di milioni di volte quella dei laptop più veloci.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel settore energetico
Questa potenza è cruciale per applicazioni di intelligenza artificiale, come l’analisi di dati esplorativi complessi, tra cui la mappatura sismica e l’imaging 3D. In questo ambito, l’adozione dei supercomputer ha già rivoluzionato le tempistiche dell’esplorazione petrolifera, riducendole da nove mesi a meno di nove giorni.
Eni, multinazionale del settore petrolifero e del gas, non è sola nell’adottare tecnologie avanzate per ottimizzare le proprie operazioni. Exxon Mobil, Shell e BP stanno tutte integrando l’intelligenza artificiale nei loro processi. Shell, ad esempio, ha avviato collaborazioni con SparkCognition per migliorare l’efficienza e la rapidità nelle operazioni di esplorazione in acque profonde, mentre BP utilizza la piattaforma cloud “Sandy” per analizzare e interpretare dati geologici, geofisici e di riserve.
L’intelligenza artificiale si sta rivelando un alleato strategico per il settore dell’energia, migliorando non solo la produttività, ma anche la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni.
Quantum Computing, il futuro del settore energetico?
Oltre ai supercomputer, le aziende del settore petrolifero e del gas stanno guardando con interesse al quantum computing. Questa tecnologia emergente potrebbe rappresentare la prossima grande rivoluzione, ottimizzando la logistica, l’estrazione e la gestione dei rischi in modo ancora più efficace.
Secondo Quantum Computing Inc., il quantum computing potrebbe accelerare i processi di pianificazione e rispondere rapidamente alle interruzioni operative. La recente collaborazione tra QCi e la NASA per applicazioni avanzate di imaging dimostra il potenziale rivoluzionario di questa tecnologia. Non sorprende che i titoli azionari delle aziende specializzate nel settore, come Rigetti Computing e IonQ, abbiano registrato incrementi vertiginosi negli ultimi mesi.
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