Quello che molti esperti temevano da almeno due anni si sta verificando e, adesso, il re è nudo. La deindustrializzazione, con tutte le sue drammatiche conseguenze, sta travolgendo senza pietà tutta l’Europa.
È notizia di oggi (Bloomberg) che la divisione siderurgica della Thyssenkrupp AG prevede di ridurre la propria forza lavoro di circa il 40% nel corso di questo decennio. La decisione è orientata a ridurre le dimensioni di un’azienda che ha perso miliardi di euro a causa dell’eccesso di acciaio a livello mondiale e dell’aumento dei prezzi dell’energia. L’obbiettivo dichiarato è di abbassare i costi del personale di circa il 10% in media nei prossimi anni.
Il titolo azionario ha perso il 39% da inizio anno
L’annuncio ha galvanizzato i titoli della società alla borsa di Francoforte che hanno guadagnato circa l’1% anche se, da inizio anno, hanno perso il 39%.
Con i costi energetici alle stelle e i bassi prezzi dell’acciaio, l’unità siderurgica di Thyssenkrupp non riesce nemmeno a coprire i costi e le perdite conseguenti hanno intaccato la liquidità aziendale.
Thyssenkrupp impiega circa 27.000 dipendenti e spera di convincere EP Corporate Group (di proprietà del miliardario ceco Daniel Kretinsky) ad aumentare la sua quota societaria dal 20% al 50%. Ad oggi, il maggior azionista dell’azienda è la Fondazione Alfried Krupp von Bohlen e Halbach.
La crisi industriale tedesca è sempre più profonda
Quello che sta accadendo a Thyssenkrupp si aggiunge alla profonda crisi industriale della Germania, con la Ford Motor Co. che la scorsa settimana ha annunciato migliaia di tagli di posti di lavoro, con la Bosch che prevede di tagliare fino a 5.550 posti di lavoro e di ridurre le ore lavorative di circa 10.000 dipendenti e con la Volkswagen AG che sta considerando chiusure di fabbriche senza precedenti.
L’industria tedesca rappresenta il 27,2% del prodotto interno lordo del paese.
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