Buona fortuna al Regno Unito… non solo per la Brexit

I problemi del Regno Unito non riguardano solo la Brexit. Tra speranze di una riscossa economica e paura della recessione, un viaggio tra i tanti problemi dell’economia britannica.

Secondo i sostenitori della Brexit, il Regno Unito non è stato influenzato negativamente dalla decisione di 3 anni fa di lasciare l’Unione Europea. Anche se molte persone continuano a crederci, l’economia non segue le opinioni politiche e procede, o retrocede, del tutto indifferente ai proclami politici.

La cosa migliore che possiamo fare per capire cosa stia succedendo è di guardare alle cifre.

Industria manifatturiera, metalli compresi, in recessione

La scorsa settimana, il Financial Times ha scritto che questa estate il Regno Unito ha evitato per un soffio la recessione. Infatti, la contrazione del secondo trimestre è stata seguita da un minuscolo rimbalzo nel terzo trimestre, grazie ad un aumento dei servizi (+0,4%). Tuttavia, l’industria manifatturiera, come ben sanno tutti quelli che si occupano di metalli, è rimasta in recessione con una contrazione dello 0,7% rispetto allo scorso anno.

Alcuni analisti pensano che questo stato di cose sia dovuto all’incertezza su come e quando sarà la Brexit, un ostacolo a qualsiasi piano di investimento. Probabilmente, ciò è del tutto vero nel breve termine, ma quali sono le reali prospettive a lungo termine per l’economia?

Sempre il Financial Times ha recentemente analizzato il calo a lungo termine della produttività, un fattore che ha frenato la creazione di ricchezza dopo la crisi finanziaria. Nel Regno Unito la produttività è sempre rimasta stagnante dalla crisi finanziaria del 2008 e non è riuscita a riprendersi, come in genere avviene dopo una diminuzione.

La contrazione della produttività

La produttività si è ulteriormente indebolita dal referendum sulla Brexit del 2016 e, lo scorso anno, si è proprio contratta. Addirittura, nel secondo trimestre, la contrazione è avvenuta al ritmo più rapido degli ultimi cinque anni.

Molti economisti e imprenditori indicano la mancanza di investimenti nelle imprese come motivo per il deterioramento della produttività. I dati suggeriscono che la Brexit e il calo della produttività sono una crisi congiunta, con una a sostegno dell’altra.

Le aziende hanno preferito assumere lavoratori piuttosto che investire. Quindi, la disoccupazione è bassa ma l’incapacità di aumentare il valore dei beni e dei servizi prodotti per ogni ora di lavoro, limita ciò che le aziende possono permettersi di pagare ai propri lavoratori. La conseguenza è che gli standard di vita ristagnano.

I servizi pubblici e l’edilizia sono stati gli unici settori che hanno registrato un aumento della produttività, mentre nel settore manifatturiero la produzione oraria è diminuita dell’1,9% e nel settore dei servizi dello 0,8%. I servizi rappresentano circa l’80% dell’economia del Regno Unito.

Forse il Regno Unito soffre lo stesso problema degli altri paesi sviluppati? No, poiché la crescita media nei 36 paesi membri dell’OCSE è stata del 9%.

Cosa cambierà dopo la Brexit?

Le cose cambieranno dopo la Brexit? Secondo i sostenitori dell’addio all’Unione Europea, il Regno Unito diventerà una tigre a bassa tassazione, come Singapore.

Sono molti a pensare che ciò sia improbabile.

Anche se le tasse dovessero essere drasticamente ridotte, così come l’immigrazione, il costo del lavoro potrebbe bruscamente aumentare. Se ciò non fosse accompagnato da un forte aumento del PIL, il Regno Unito potrebbe venir intrappolato in una trappola deflazionistica. Inoltre, le importazioni a basso costo (esenti da dazi) causerebbero gravi danni ai produttori nazionali.

La maggior parte delle persone non lo sa, ma la bassa crescita della produttività del paese, oltre ad avere un impatto a lungo termine, ha creato la stagnazione degli standard di vita. Proprio una di quelle cose che hanno alimentato il desiderio dei cittadini di abbandonare l’Unione Europea.

Adesso, dopo una scelta tanto incosciente, ai cittadini britannici non resta che sperare nella sorte. Nel frattempo i cittadini europei dovrebbe augurare al Regno Unito tanta fortuna, il paese ne avrà davvero bisogno…

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