Yasuke, il Samurai Nero entrato nella leggenda

La storia della vita di Yasuke è incommensurabilmente più avvincente e straordinaria di qualsiasi film che la mente di uno sceneggiatore possa mai immaginare.

Un soprannome come quello di Samurai Nero, sembra preso a prestito da un film o da un fumetto, ma non certo dal mondo reale. Ma Yasuke, questo il suo vero nome, era un misterioso samurai giapponese esistito davvero.

Quando i Samurai avevano licenza di uccidere

Parliamo dei tempi del Giappone feudale, quando il grado di samurai era considerato di grande prestigio e portava con sé una serie di privilegi tra cui denaro, terreni, cibo, servi e la possibilità di uccidere senza conseguenze chiunque arrecasse offesa. Il kiri-sute gomen era un diritto concesso ai samurai che permetteva loro di uccidere chiunque di un rango inferiore (ad eccezione di medici e ostetriche) per qualsiasi affronto.

Dato il prestigio di cui godevano i samurai, raramente veniva concesso tale onore agli stranieri. Ci sono meno di una dozzina di casi confermati di qualcuno al di fuori del Giappone a cui fosse permesso di chiamarsi samurai. Tra questi stranieri c’era proprio Yasuke, che non solo si dice fosse il primo straniero ma anche l’unico di colore.

Schiavo di un gesuita italiano

Anche se si conosce poco di Yasuke, sappiamo che proveniva da qualche parte dell’Africa, forse dal Mozambico. Probabilmente, era uno schiavo catturato negli anni ’70 (parliamo del sedicesimo secolo) dai portoghesi e venduto ad un gesuita italiano, Alessandro Valignano. Valignano era conosciuto per le sue ferme idee circa l’importanza per i missionari in Giappone di imparare perfettamente la lingua locale. Anche Yasuke, che viaggiò e servì Valignano per diversi anni, non si sottrasse al dovere di imparare il giapponese e, intorno al 1579, padrone e schiavo arrivarono in Giappone.

Al suo arrivo, Yasuke divenne immediatamente oggetto di stupore e curiosità, sia per la sua pelle nera e sia per la sua statura imponente. Alto quasi 2 metri, Yasuke pareva un gigante rispetto alla popolazione giapponese di quei tempi, con gli uomini che erano alti in media solo un metro e mezzo. Si dice che la sola presenza di Yasuke attirasse enormi folle di curiosi, che si accalcavano al punto da creare disordini pur di vederlo.

Nel 1581 Yasuke incontrò Oda Nobunaga, famoso signore della guerra a cui viene attribuito il merito dell’unificazione del Giappone. Fu in questa occasione che Valignano decise di regalare il suo schiavo al potente signore della guerra.

Sebbene tecnicamente ancora uno schiavo, Yasuke si conquistò l’ammirazione e il rispetto di Nobunaga. Divenne prima la sua guardia del corpo e poi fu proclamato samurai, con tanto di katana (la spada dei samurai). Ma l’ascesa del Samurai Nero era ormai vicina alla fine…

Da samurai a pirata

Uno dei generali di Nobunaga decise di ribellarsi. Preparò un’imboscata e attaccò Nobunaga e le sue guardie. Al feroce combattimento prese parte anche Yasuke, che non riuscì però ad evitare che il suo signore si suicidasse per non venir catturato.

La storia narra che uno degli ultimi atti di Nobunaga sia stato di ordinare a Yasuke di proteggere suo figlio ed erede. Ma i soldati del generale infedele attaccarono e catturarono Yasuke mentre anche il figlio di Nobutada si toglieva la vita secondo il rituale dei samurai.

Come il Samurai Nero sia riuscito a salvare la vita è controverso. Qualcuno dice che sia stato risparmiato per disprezzo o per pietà, impedendogli il suicidio rituale dei samurai. Di certo, da questo momento in poi, il gigante nero che parlava giapponese, scompare dalla documentazione storica e diventa un rōnin, cioè un samurai senza padrone.

Una leggenda narra che Yasuke diventò un feroce pirata ma, sfortunatamente, non esistono prove documentate del resto della sua straordinaria e misteriosa vita.

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