Punto di svolta per il business del riciclo? Inventato il filtro cattura-alluminio

Gli ingegneri del MIT hanno ideato un processo di nanofiltrazione che potrebbe rendere più efficiente la produzione di alluminio e ridurre i rifiuti pericolosi.

Un gruppo di ingegneri del MIT (Stati Uniti) ha sviluppato una membrana innovativa in grado di trasformare un problema ambientale in un’opportunità economica per il settore dell’alluminio. Questa tecnologia permette di recuperare oltre il 99% degli ioni di alluminio dispersi nei rifiuti industriali, riducendo gli sprechi e aumentando la resa produttiva.

Un approccio circolare alla produzione dell’alluminio

Il processo produttivo dell’alluminio genera una grande quantità di rifiuti, tra cui la criolite, un sottoprodotto che riduce l’efficienza della produzione e comporta difficoltà nello smaltimento. La nuova membrana sviluppata dal MIT non solo filtra questi rifiuti, ma recupera gli ioni di alluminio persi, che possono essere reintegrati nel processo elettrolitico senza rallentamenti o effetti collaterali.

John Lienhard, direttore del Abdul Latif Jameel Water and Food Systems Lab (J-WAFS) del MIT, sottolinea l’importanza di questa scoperta: “Questa tecnologia non solo riduce i rifiuti pericolosi, ma abilita un’economia circolare per l’alluminio, riducendo la necessità di nuove attività estrattive. È una soluzione promettente per affrontare le preoccupazioni ambientali e soddisfare la crescente domanda di alluminio.”

Una soluzione intelligente e versatile

La membrana, grande quanto una carta da gioco, utilizza materiali polimerici perforati con pori nanometrici, un design ispirato alle tecnologie delle tradizionali membrane per il trattamento delle acque. Tuttavia, la vera innovazione sta nella sua superficie carica positivamente.

Mentre le membrane convenzionali, naturalmente cariche negativamente, attirano ioni positivi a bassa carica, la nuova membrana è progettata per respingere efficacemente gli ioni di alluminio, che hanno una carica positiva di +3, catturandoli con grande efficienza. La collaborazione con l’azienda giapponese Nitto Denko ha permesso di sviluppare un rivestimento specifico che ottimizza questa selettività anche in condizioni di forte acidità, tipiche dei flussi di rifiuti industriali.

Verso un futuro più sostenibile

I test condotti hanno dimostrato che la membrana è altamente resistente alle condizioni estreme presenti nei flussi di criolite. Come spiega Zi Hao Foo, co-autore del progetto: “Abbiamo scoperto che la membrana funziona molto bene, anche in condizioni di acidità elevate, come quelle che ci si aspetta nei rifiuti industriali.”

Questo risultato rappresenta un passo avanti cruciale verso una produzione dell’alluminio più sostenibile, riducendo sia l’impatto ambientale dei rifiuti sia la dipendenza da nuove attività minerarie.

L’adozione di questa tecnologia potrebbe trasformare l’industria dell’alluminio, integrando la sostenibilità nel cuore del processo produttivo e dimostrando come l’innovazione possa essere un potente alleato dell’ambiente.

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