Il prezzo del rame frena. È solo una pausa o qualcosa di più serio?

Tra rialzisti e consumatori, che sperano in prezzi più abbordabili, chi avrà la meglio? Ecco cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi…

I prezzi del rame sono in flessione. Dopo aver superato 9.600 per tonnellata a fine febbraio, sono poi ritracciati sotto i 9.000 dollari.

Secondo i rialzisti, tra cui si annovera niente di meno che Goldman Sachs, non c’è da preoccuparsi. Si tratta soltanto di una pausa, finita la quale riprenderà la corsa dei prezzi verso l’alto.

C’è carenza di concentrato

Se da un lato le scorte del London Metal Exchange (LME) stanno crescendo (segnale ribassista), dall’altra i costi per il trattamento di concentrato di rame scendono (segnale rialzista). La bassa produzione mineraria si traduce in una fornitura limitata di concentrato. Quando ciò accade, le tariffe delle fonderie per il trattamento inseguono il mercato, nel tentativo di garantire il concentrato da lavorare. Le tariffe di trattamento aumentano durante i periodi di fornitura abbondante di concentrato e diminuiscono durante i periodi di carenza.

La carenza di concentrato di rame ha spinto molte fonderie cinesi a mettere gli impianti in manutenzione, in attesa di un miglioramento della situazione. Secondo Goldman Sachs, ciò fa mancare una quantità compresa tra 200.000 e 250.000 tonnellate di produzione.

Per fortuna ci sono i rottami

Se da un lato la domanda di rame raffinato rimane forte, dall’altro le fonderie possono affinare il concentrato solo se riescono a ottenerlo.

Ma esiste un altro fattore che ha inciso sul mercato cinese, rendendo la carenza di concentrato meno drammatica: i rottami. Infatti, la recente riclassificazione della qualità dei rottami ha attratto in Cina soltanto scarti di rame di qualità superiore che hanno sostituito, almeno per il momento, il bisogno di concentrato.

Tuttavia, non tutti gli analisti sono positivi sui prezzi del rame. Per JP Morgan la mancanza di offerta di concentrato di rame è stato un problema temporaneo creato dalla pandemia e adesso la produzione mineraria sta crescendo. Di conseguenza, la disponibilità di metallo migliorerà. Per tutte queste ragioni, JP Morgan prevede che i prezzi del rame raggiungeranno un picco di 9.000 dollari per tonnellata in questo trimestre e torneranno a 7.865 per tonnellata nella seconda metà dell’anno.

Anche se i consumatori di rame sperano che JP Morgan abbia ragione, sul mercato si continua a respirare un’aria di rialzi che non sembra destinata a cambiare tanto presto.

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