Alla scoperta dei patrimoni dell’Italia: le risorse naturali

In un secolo dove l’economia è molto virtuale e poco reale, ecco un viaggio tra le risorse naturali del nostro paese, vecchi pilastri economici indispensabili per molto tempo ancora.

Quale è il più importante patrimonio del Bel Paese? Naturalmente, la parola patrimonio richiama subito alla mente le opere d’arte, architettoniche, culturali e paesaggistiche. Tuttavia, l‘Italia è assai ricca di risorse naturali, meno spettacolari e meno visibili sui media, ma non per questo di minore importanza.

Abbiamo una superficie totale di 302.073 chilometri quadrati (più o meno come l’Ecuador, le Filippine o l’Oman), ricca di terre arabili, in altre parole di terreni coltivabili che rappresentano circa il 22,4% della superficie totale. Grazie a 1,6 milioni di aziende agricole (dati 2010), il 99% delle quali a conduzione familiare, siamo tra i principali produttori al mondo di vino, olio d’oliva, mele, uva, arance, limoni, pere, fragole, albicocche, ciliegie, pesche, nocciole, prugne e kiwi.

Una produzione agricola pro capite come quella francese

Non per nulla, l’agricoltura svolge un ruolo significativo nell’economia italiana e rappresentando circa il 2,1% del PIL del paese. Anche se la maggior parte del paese ha un terreno montuoso e, quindi, non adatto per l’agricoltura, il settore impiega circa il 4% della popolazione. Una percentuale abbastanza bassa, ma che riesce a raggiungere una produzione pro capite equivalente a quella di paesi come il Regno Unito e la Francia.

Ma veniamo adesso alla parte più interessante per chi si occupa di metalli. Infatti, l’Italia esporta grandi quantità di acciaio in oltre 170 paesi (è attualmente il 7° più grande esportatore al mondo), che rappresentano il 6% di tutte le esportazioni del paese.

Dalle Alpi alla Sicilia: marmo bianco e marmo colorato

Non meno importanti i minerali. Per lungo tempo, fino al 2010, l’Italia è stata il 13° più grande produttore mondiale di cemento. Inoltre, i marmi senesi e di Carrara sono assai richiesti in tutto il mondo per le loro qualità. Ma il marmo viene estratto anche in altre località, dalle Alpi alla Sicilia.

Infine, non per certo per importanza, va considerato che la geografia del nostro paese offre ampi accessi a zone di pesca marina. Infatti, la penisola italiana ha una linea costiera che si estende per circa 7.900 chilometri di lunghezza, con oltre 800 porti per la pesca. Per avere un’idea delle quantità, il pescato totale del 2000 è stato di 439.285 tonnellate, di cui il 98% in mare. Tra l’altro non va dimenticato che gran parte del pesce catturato, circa il 50%, non viene registrato nelle statistiche ufficiali di produzione, perché viene venduto direttamente a pescherie, grossisti e ristoranti.

Certamente, quanto esposto non è che una superficiale panoramica delle risorse naturali del nostro paese, ma dovrebbe essere sufficiente per capire che la nostra economia è molto di più che alberghi, spiagge e monumenti. Quindi, anche per chi fa grande affidamento sulla new economy, meglio non dimenticare che siamo tutt’altro che un popolo di sole guide turistiche o stilisti di moda…

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