La compagnia statale russa di gas naturale Gazprom ha interrotto oggi (sabato, 16 novembre) le sue forniture di gas naturale all’Austria, proprio alla vigilia dell’inverno. Gazprom è più grande fornitore di energia del paese. Vienna afferma di poter far fronte alla perdita con riserve e fonti energetiche alternative.
L’annuncio è stato dato dalla OMV, multinazionale petrolifera austrica, in lite con Gazprom e vincitrice di una sentenza arbitrale della Camera di Commercio Internazionale che ha assegnato a OMV circa 230 milioni di euro in una controversia contrattuale internazionale.
I mercati non hanno preso bene la notizia
A seguito di ciò, OMV ha dichiarato che avrebbe smesso di pagare Gazprom finché non avesse ricevuto una quantità di gas equivalente ai 230 milioni di euro che la società russa le dovrebbe. Perciò Gazprom ha interrotto la fornitura di gas.
I rapporti energetici tra Austria e Russia risalgono alla Guerra Fredda: nel 1968, l’Austria fu uno dei primi paesi dell’Europa occidentale a importare gas dall’Unione Sovietica.
Non sorprende che i prezzi del gas europeo non abbiano preso bene la notizia. I futures sono saliti del 2,7% a 47,49 euro per megawattora (il livello più alto da novembre scorso), con i trader che si preparano ad un altro dramma energetico per il continente. L’approvvigionamento di gas europeo è in bilico sul filo del rasoio dalla crisi energetica del 2022 e qualsiasi sentore di guai manda i mercati in tilt.
A fine anno terminerà anche il flusso di gas dall’Ucraina
La vicenda della controversia Gazprom-OMV è un promemoria di quanto sia ancora importante, anche se in calo, dell’influenza energetica della Russia in Europa. Negli ultimi due anni l’Europa ha cercato di diversificare le sue fonti energetiche, accaparrandosi carichi di GNL e sfruttando gasdotti alternativi, ma il gas russo gioca ancora un ruolo importante nell’approvvigionamento energetico del continente.
A rendere ancora più tesa la situazione è l’approssimarsi del 1° gennaio 2025, data a partire dalla quale l’Ucraina interromperà il transito di gas per l’Europa attraverso il suo gasdotto, a seguito della scadenza del contratto con Gazprom che Kiev non vuole rinnovare.
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