È sempre più difficile riuscire a dare notizie tempestive precise circa la chiusura di impianti e i tagli produttivi nel settore dei metalli in Europa. La difficoltà sta nel rapido e continuo susseguirsi di nuove chiusure. Circa una settimana fa avevamo pubblicato un elenco dei tagli produttivi e delle chiusure delle fonderie di alluminio europee ma, ad oggi, è già incompleto.
Chiude l’unico produttore olandese di alluminio primario
Infatti, Il produttore olandese Aldel (DAMCO Aluminium Delfzijl Cooperatie) ha dichiarato venerdì che sta mettendo fuori servizio la capacità rimanente nel suo stabilimento di Farmsum (Paesi Bassi), a causa degli inarrestabili aumenti di costo dell’energia e dalla mancanza di sostegno del governo.
Aldel è l’unico produttore olandese di alluminio primario, con una capacità annua di 110.000 tonnellate di primario e 50.000 tonnellate di alluminio riciclato da lavoro a circa 200 dipendenti.
Costi del gas e dell’elettricità insostenibili
Rispetto ai livelli dello scorso anno, i prezzi del gas e dell’elettricità in Europa sono cresciuti di qualche centinaia per cento.
In queste condizioni, le grandi aziende più energivore stanno cadendo come mosche. La norvegese Yara ha tagliato la produzione di ammoniaca, il produttore siderurgico ArcelorMittal sta spegnendo uno dei suoi forni a Brema (Germania) e lo smelter belga di zinco Nyrstar sta chiudendo un impianto nei Paesi Bassi. Tra i produttori di alluminio, la slovena Talum ha ridotto la capacità dell’80% e Alcoa sta tagliando una delle tre linee di produzione della fonderia Lista, in Norvegia. La spagnola FerroAtlantica, una controllata di Ferroglobe, ha sospeso gli ultimi due forni in funzione nel suo stabilimento di ferro-manganese e silico-manganese a Boo, nel nord della Spagna. Si tratta purtroppo di un elenco esemplificativo, ma del tutto incompleto.
Tornando alla vicenda di Aldel, l’azienda ha anche diplomaticamente detto che spera di riprendere la produzione quando le circostanze miglioreranno.
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