Secondo Morgan Stanley, i prezzi del rame rimarranno sostenuti per le difficoltà di approvvigionamento e per i segnali di una ricomparsa della domanda di import dagli Stati Uniti.
La forte crescita della domanda di sistemi di accumulo di energia (ESS) e la continua espansione dei data center potrebbero compensare la debolezza di molti indicatori circa l’utilizzo finale di metallo rosso in Cina. È probabile che queste dinamiche di mercato amplieranno il deficit di rame il prossimo anno che, sempre secondo Morgan Stanley, dovrebbe diventare di 590.000 tonnellate.
La banca d’investimento mantiene una previsione di prezzo nel 2026 di 10.650 dollari a tonnellata, con uno scenario rialzista a 12.780 dollari a tonnellata.
Attenzione però che Morgan Stanley evidenzia anche un rischio al ribasso per i prezzi del rame nel caso i cui gli Stati Uniti dovessero escludere potenziali dazi sul rame raffinato, cosa che potrebbe liberare il metallo in eccesso accumulato in previsione di tali misure.
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