La Spagna sorprende Europa e USA con il suo modello di integrazione degli immigrati nell’economia, ma gli spagnoli non ne sono troppo convinti

Attualmente, la Spagna viene descritta come una delle economie più dinamiche d’Europa: occupazione in crescita, PIL in accelerazione e una sorprendente capacità di integrare nuova forza lavoro. Eppure, dietro questa immagine brillante, molti cittadini spagnoli faticano a vedere benefici concreti nei loro salari e nel loro potere d’acquisto. Una contraddizione che non impedisce a media internazionali, banche d’investimento e think tank di elogiare quella che considerano una “macchina dell’impiego”.

La Spagna ha creato milioni di posti di lavoro netti dal post-pandemia, sostenuta da un modello migratorio che il mondo osserva con crescente interesse. Testate come The Economist e The Guardian, insieme a istituzioni finanziarie come JP Morgan, sottolineano come il paese riesca a integrare rapidamente gli immigrati e a trasformare l’arrivo di nuova popolazione in un volano occupazionale, soprattutto nei settori che soffrono mancanza cronica di manodopera.

Secondo diversi studi, tra cui un rapporto del Banco de España, la popolazione straniera ha contribuito a oltre un quinto della crescita del reddito pro capite negli ultimi anni. E mentre la disoccupazione rimane la più alta della UE, gli stranieri mostrano una partecipazione al lavoro superiore ai nativi e tassi di disoccupazione migliori rispetto a economie considerate più efficienti.

Il segreto, secondo il think tank irlandese IIEA, risiede in un mix di elementi culturali, linguistici e politici. I forti legami con l’America Latina facilitano l’arrivo e l’inserimento dei migranti, che in molti casi possono ottenere la cittadinanza dopo soli due anni di residenza. Una scelta che riflette una lunga tradizione di apertura e che ha favorito percorsi rapidi verso l’occupazione stabile.

Accordi bilaterali con paesi latinoamericani, programmi di integrazione e un quadro normativo flessibile hanno creato vie legali che si sono dimostrate più efficaci – e più umane – rispetto ai modelli basati esclusivamente sul controllo dei flussi.

Il successo spagnolo non è però privo di contraddizioni. L’aumento della popolazione mette sotto pressione il mercato immobiliare e i servizi pubblici, mentre la sostenibilità futura del sistema pensionistico resta incerta. Inoltre, nonostante l’integrazione più fluida rispetto ad altre economie europee, il clima sociale mostra segnali di crescente tensione.

Per questo gli esperti avvertono: la Spagna offre lezioni utili, ma il suo modello non è facilmente replicabile. Le sue radici culturali e la sua particolare storia migratoria rappresentano un vantaggio unico, difficile da riprodurre altrove.

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