Divieto UE per l’alluminio russo. È un sostegno ai produttori europei?
Il divieto colpirà poco più di 340.000 tonnellate di alluminio grezzo russo. È una scusa per legittimare la chiusura del mercato ai metalli russi a basse emissioni di carbonio?
Il divieto colpirà poco più di 340.000 tonnellate di alluminio grezzo russo. È una scusa per legittimare la chiusura del mercato ai metalli russi a basse emissioni di carbonio?
Bruxelles sta per vietare le importazioni di alluminio dalla Russia in vista del terzo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina. Ecco cosa attendersi…
Tra le prossime sanzioni che Bruxelles sta preparando ci sarebbe il divieto d’importazione per l’alluminio primario proveniente dalla Russia.
Dieci stati europei guidati dalla Polonia vogliono sanzioni più severe contro l’alluminio russo, nonostante una significativa dipendenza di molti paesi membri dall’import di questo metallo.
La Russia ha imposto restrizioni all’esportazione di uranio arricchito negli Stati Uniti, che l’anno scorso ne hanno importato più di un quarto del loro fabbisogno.
Il passaggio dell’Europa dal gas russo al GNL ha aumentato i costi energetici, nonostante le affermazioni di un superamento della dipendenza senza effetti negativi.
Le esportazioni indiane di combustibili verso l’Europa sono cresciute in modo significativo. Ma da dove arrivano tutti questi combustibili? Dal petrolio russo…
Gli svizzeri hanno ridotto drasticamente le importazioni di oro russo negli ultimi tre mesi di quest’anno. L’oro adatto ad eludere le sanzioni è sempre più difficile da trovare.
I produttori di alluminio del Golfo Persico (i GCC) beneficeranno di un significativo incremento delle esportazioni grazie al divieto statunitense e inglese per i metalli russi.
I prezzi dell’acciaio inossidabile in Cina hanno registrato aumenti non appena sono state annunciate le sanzioni che colpiscono anche il nichel russo.
Il divieto imposto all’LME e al CME sui metalli russi modifica drasticamente le dinamiche globali del commercio dei metalli, soprattutto per quanto riguarda l’alluminio, il rame e il nichel.
La Russia e la Cina stanno eludendo le sanzioni dell’Occidente commerciando il rame e mascherandolo da rottame.
Washington e Londra hanno proibito alle borse dei metalli occidentali (LME e CME) di accettare nuovo alluminio, rame e nichel prodotti dalla Russia. Mentre i trader hanno trascorso la domenica per studiare quali saranno le conseguenze, è opinione diffusa che all’apertura dei mercati ci sarà una specie di terremoto nei prezzi.
Siamo alla vigilia di un terremoto sul mercato dell’alluminio? La UE sta preparando nuove sanzioni contro la Russia, costringendo gli acquirenti europei ad una corsa verso metallo dal Medio Oriente.
La Commissione Europea promette di lavorare su un nuovo pacchetto di sanzioni, anche contro l’alluminio russo. A spingere con forza in questa direzione sono Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.
I produttori europei di alluminio chiedono di vietare le importazioni di aluminio dalla Russia. Ma per i consumatori industriali nella UE sarebbe un disastro economico.
Una nuova serie di sanzioni del Regno Unito contro i metalli russi, colpisce alluminio, nichel, rame, piombo, zinco, stagno e cobalto. Nel frattempo, un’esplosione in Guinea (grande esportatore di bauxite in Cina) infiamma i prezzi dell’alluminio a Shanghai.
Il divieto che propone la Commissione Europea sui prodotti russi in alluminio avrà un impatto drammatico sull’industria del filo e sull’agenda verde della UE.
L’Iran ha esortato i membri dell’OPEC a fermare le esportazioni di petrolio verso i paesi che sostengono Israele. Una eventualità che ricorda l’embargo petrolifero del 1973.
Coordinate false e trucchi vari servono per facilitare il commercio di petrolio russo durante la guerra delle sanzioni, facendo crescere i prezzi che gli europei pagano per una materia prima di cui non possono fare a meno.
La Russia è il più grande produttore mondiale di diamanti grezzi e i paesi del G7 rappresentano attualmente il 70% del mercato di consumo. In esclusiva, tutti i dettagli sulle nuove sanzioni…
Dalla fine di settembre entreranno in vigore le nuove sanzioni della UE contro l’acciaio e il ferro russi nei prodotti finiti.
Le sanzioni imposte dall’Occidente accelerano la spinta globale verso la de-dollarizzazione, minacciando il ruolo del dollaro come valuta di riserva mondiale.
L’undicesimo pacchetto di sanzioni della UE contro la Russia richiede l’obbligo per chi importa da paesi terzi di fornire le prove di origine non-russa anche del metallo utilizzato per produrre o trasformare il prodotto importato.
L’arma delle sanzioni occidentali contro i metalli russi è come una pallottola spuntata poiché gran parte della merce ha già trovato altre destinazioni.
Sembra che la Russia stia preparando contromisure in risposta ai dazi americani sull’alluminio russo. I metalli coinvolti sarebbero nichel e palladio.
Aziende aerospaziali come Airbus e Boeing hanno bisogno del titanio russo e sarà molto difficile trovare fonti alternative se le forniture verranno interrotte.
Nonostante una valanga di sanzioni e boicottaggi, la Russia è riuscita a esportare quasi un miliardo di dollari di combustibili fossili dal giorno dell’inizio della guerra in Ucraina.
Secondo il britannico Daily Express, le sanzioni occidentali contro la Russia stanno spingendo l’Europa al suicidio.
Tanto amare e dannose all’Occidente, tanto dolci e gradite alla Cina. Le sanzioni contro la Russia si stanno rivelando uno dei più grossi regali che gli occidentali abbiano mai fatto in tempi recenti ai cinesi.