Quella di quest’anno è una Pasqua più amara del solito per chi ama il cioccolato. Secondo un’indagine condotta da Which?, le uova pasquali sono aumentate di prezzo del 50% rispetto all’anno scorso e al contempo si sono ridotte di dimensioni.
Ma non è solo una questione di prezzo o di peso. A destare ulteriore preoccupazione è la progressiva riduzione della quantità di cacao presente nel cioccolato. Secondo alcuni esperti di cioccolato, il famoso Green & Black’s al latte è passato da 100 grammi con il 40% di cacao, a 90 grammi con appena il 37% già nel 2018. Anche la celebre Dairy Milk di Cadbury ha abbassato il contenuto di cacao dal 26% nel 2013 al 23% oggi. Il produttore, Mondalez International, smentisce cambiamenti recenti, ma i numeri parlano chiaro.
Il prezzo del cacao triplicato: la crisi che parte dall’Africa
Dietro questa trasformazione c’è una crisi profonda e globale. Negli ultimi tre anni, il prezzo del cacao è esploso, arrivando a superare i 12.000 dollari per tonnellata nel dicembre 2024. A oggi, la situazione si è parzialmente stabilizzata ma resta critica, con prezzi intorno ai 6.000 dollari. Le cause? Raccolti devastati da eventi climatici estremi in Costa d’Avorio e Ghana, che insieme forniscono circa il 60% del cacao mondiale.
Gli esperti danno per certo che non torneremo mai più ai prezzi di qualche anno fa. Il cambiamento climatico continuerà a colpire i raccolti e porterà instabilità politica nelle zone di produzione.
Cioccolato sempre più “annacquato”: tra wafer, aria e surrogati
Le grandi aziende stanno rispondendo alla crisi riducendo il contenuto di cacao o trovando alternative più economiche. Nei supermercati aumentano le barrette con più biscotto, caramello e riempitivi vari, mentre le porzioni di cioccolato puro diventano sempre più sottili. In alcuni casi, si usano surrogati come il carob (polvere di carruba) o si introduce aria all’interno del cioccolato, con tecniche di micro-aerazione che aumentano il volume senza aggiungere materia prima.
E se le normative europee impediscono che il vero cioccolato scenda sotto determinati livelli di cacao (almeno il 25% per il fondente, il 20% di burro di cacao per il bianco), queste leggi non si applicano ai prodotti in cui il cioccolato è solo una componente, come merendine, barrette croccanti o biscotti. In quei casi, molte aziende stanno già sostituendo il burro di cacao con grassi vegetali più economici.
Una minaccia per i piccoli produttori e per i dolci artigianali
Il rincaro delle materie prime sta mettendo in seria difficoltà le piccole realtà artigianali. Molte pasticcerie stanno già abbandonando la produzione di dolci al cioccolato perché non riescono più a coprire i costi. Il margine di guadagno si è ridotto troppo, e convincere i clienti a pagare di più è una battaglia difficile.
Anche i piccoli cioccolatieri indipendenti rischiano di sparire. Già oggi molti fanno fatica a stare a galla e le previsioni non sono rosee.
Il cioccolato tornerà ad essere un lusso per pochi?
Tra le previsioni più inquietanti quella del cioccolato che potrebbe presto tornare ad essere un bene di lusso. Negli anni ‘70 è diventato accessibile a tutti, ma ora stiamo tornando indietro. Sarà meno prodotto, meno comprato e meno consumato.
Mentre le grandi aziende si adattano tagliando qua e là, la qualità complessiva scende e il consumatore rischia di ritrovarsi con prodotti sempre più distanti da quello che per decenni abbiamo chiamato “cioccolato”. Il nostro palato, se vorrà ancora gustare qualcosa di autentico, dovrà prepararsi a pagarlo molto caro.
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