Le nuove celle solari al cobalto

Dai laboratori di ricerca svizzeri arriva una nuova tecnologia per rendere i pannelli solari più economici e sostenibili. Grazie all’ingegneria dei sistemi molecolari assisteremo a progressi molto rapidi di questa nuova scoperta.

Nelle ultime settimane si è parlato molto di energia solare a proposito del suo potenziale come una importante fonte per alimentare la scarsa domanda di argento.

Recentemente, una nuova scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università di Basilea, in Svizzera, porta alla ribalta il cobalto come materiale strategico per il settore del solare.

La scoperta riguarda la sostituzione dello iodio nei sensori al rame delle celle solari DSSC (Dye Sensitized Solar Cells) con il cobalto, consentendo una produzione potenziale di celle solari più economica e più rispettosa dell’ambiente.

Una cella solare DSSC cattura la luce solare tramite un processo di trasferimento di elettroni che produce corrente elettrica. Gli elettroliti funzionano come agenti di trasporto degli elettroni. Lo iodio e lo ioduro di rame sono gli elettroliti che i chimici di Basilea hanno sostituito con un composto di cobalto.

La cella fotovoltaica DSSC è relativamente poco costosa rispetto alle celle al silicio, anche se non è in grado di produrre ha la stessa efficienza di conversione di energia solare delle celle al silicio.

Ma i vantaggi di impiegare il cobalto al posto dello iodio comporta una serie di vantaggi. Innanzitutto, è  più abbondante in una proporzione di  circa 1 a 50 e il suo impiego è più sostenibile. Inoltre, il cobalto dovrebbe allungare la vita media della cella solare.

Come per tutte le nuove tecnologie, ci vorrà del tempo prima che la scoperta trovi spazio per la commercializzazione.

Tuttavia, i ricercatori credono che attraverso un nuovo approccio chiamato ingegneria dei sistemi molecolari, cioè l’integrazione e l’ottimizzazione di tutte le componenti molecolari e materiali di un sistema, anche questa nuova tecnologia potrà rapidamente fare grandi passi in avanti.

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