È possibile controllare le risorse più importanti della Terra senza ricorrere alla forza bruta di un intervento militare? Chi segue le commodities trova sul mercato molte tracce che esista un mondo oscuro che si muove attorno alle risorse globali del pianeta, popolato da grandi corporazioni e governi.
Per chiunque voglia capire come succede, e cosa è successo dietro le quinte, sullo scenario internazionale delle materie prime, troverà molto interessante la lettura di un libro sconcertante ma sacro: “Confessioni di un sicario dell’economia“.
Il caso dell’Ecuador
John Perkins, l’autore, rivela per esperienza diretta le pratiche predatorie che portano alla devastazione ambientale e all’impoverimento delle economie dei paesi più poveri ma ricchi di materie prime.
A svolgere il lavoro ci pensano i “sicari dell’economia“, esperti statunitensi inviati nei paesi in via di sviluppo per creare debiti insormontabili, utilizzati poi come leva per ottenere concessioni favorevoli e per piegare i governi locali alle volontà americane. Queste concessioni permettono alle multinazionali di sfruttare risorse vitali come petrolio, minerali e foreste.
Un esempio emblematico è quello dell’Ecuador, dove le ricche riserve petrolifere sono state sfruttate a spese del debito nazionale e dell’ambiente, una situazione che si ripete in molte altre nazioni ricche di risorse, come avvenuto in Indonesia.
Viviamo in un mondo in cui si sono sviluppate dinamiche economiche e politiche che permettono a queste pratiche di continuare. I “sicari dell’economia” lavorano in sinergia con istituzioni finanziarie internazionali per imporre condizioni sfavorevoli ai paesi in via di sviluppo. Queste condizioni spesso includono contratti che obbligano le nazioni a destinare una grande parte delle loro entrate alla restituzione del debito, lasciando poche risorse per lo sviluppo interno.
“…gran parte del denaro non esce mai dagli Stati Uniti…”
“È ciò che noi sicari dell’economia sappiamo fare meglio: costruire l’impero. Siamo un’élite di persone che utilizza organizzazioni della finanza internazionale per creare le condizioni affinché altri paesi si sottomettano alla corporatocrazia che domina le nostre grandi aziende, il nostro governo e le nostre banche. Come i loro omologhi della mafia, i sicari dell’economia distribuiscono favori. Questi assumono la forma di prestiti per lo sviluppo delle infrastrutture: centrali elettriche, autostrade, porti, aeroporti o poli industrial. Una condizione per questi prestiti è che a costruire tutte le infrastrutture siano gli studi di progettazione e le imprese edili del nostro paese. In pratica, gran parte del denaro non esce mai dagli Stati Uniti; viene semplicemente trasferito dagli istituti di credito di Washington agli uffici di progettazione di New York, Houston o San Francisco“.
Perkins, da sicario dell’economia pentito dopo molti anni di lavoro sul campo, arriva alla conclusione che il controllo delle risorse naturali è una questione di giustizia globale. I paesi dovrebbero poter gestire le proprie risorse in maniera equa, garantendo che benefici e rischi siano equamente distribuiti tra la popolazione.
Il libro è disponibile in italiano su Amazon.
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