Gli scienziati hanno individuato su Marte un minerale mai osservato prima, riconducibile ai solfati ferrici che, sulla Terra, si accumulano nei bacini di decantazione delle miniere. La scoperta, avvenuta grazie alle osservazioni di una sonda in orbita intorno al pianeta rosso, è stata localizzata nei pressi del gigantesco canyon Valles Marineris.
Si tratterebbe di un idrossisolfato ferrico con caratteristiche spettrali senza precedenti, segno che la superficie marziana è ancora chimicamente attiva. I risultati sono stati pubblicati il 5 agosto su Nature Communications da un gruppo guidato da Janice Bishop del SETI Institute in California.
Un pianeta modellato dal fuoco
Secondo le ricostruzioni in laboratorio, il minerale si sarebbe formato in condizioni calde e ricche di ossigeno, perdendo acqua durante la cristallizzazione. Elementi che rimandano a una storia geologica dominata da attività vulcanica, capace di trasformare radicalmente l’aspetto della superficie marziana.
Bishop sottolinea che la struttura cristallina e la stabilità termica rendono questo materiale unico, forse addirittura un nuovo minerale. Tuttavia, per un riconoscimento ufficiale, gli scienziati dovranno prima individuarlo anche sul nostro pianeta.
La scoperta non è soltanto mineralogica ma ha anche implicazioni astrobiologiche. Sulla Terra, composti simili si sviluppano nelle acque acide dei residui minerari, ambienti in cui prosperano batteri capaci di alimentare reazioni di ossidoriduzione. Se lo stesso processo è avvenuto su Marte, significa che in passato potrebbero essere esistite nicchie ricche di ossigeno e acqua, condizioni favorevoli per forme di vita microbica.
Un mosaico di indizi
Il nuovo minerale si aggiunge a una mappa geologica già complessa, che nel Valles Marineris di Marte include depositi di solfati idrati da tempo studiati. A marzo, un altro team guidato da Roger Wiens della Purdue University (Stati Uniti) aveva segnalato rocce particolarmente chiare contenenti livelli insolitamente alti di alluminio, legati al caolino, un’argilla che sulla Terra si forma solo in ambienti caldi e umidi.
L’insieme di questi indizi rafforza l’immagine di un Marte passato molto diverso da quello arido e ostile che conosciamo oggi: un pianeta più caldo, più umido e mineralogicamente variegato, con sorprendenti parallelismi rispetto ai processi che sulla Terra plasmano il paesaggio minerario.
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